Si chiama "Canale E", dove la E sta per Emergency, la nuova rete radio transfrontaliera per le chiamate di emergenza in montagna presentata questa mattina a Palazzo regionale ad Aosta. Realizzato attraverso un progetto Interreg Francia/Svizzera/Italia, il Canale E utilizza una frequenza sinora dedicata solo agli operatori dell’emergenza, da oggi aperta a tutti coloro che si recano in montagna, per inviare una richiesta di soccorso. Richiesta di aiuto che può essere ricevuta dai Centri Operativi di Annecy (F), Chamonix (F), Sierre (CH) e dalla Centrale unica del soccorso valdostana, collocata nella sede della Protezione civile di Saint-Christophe (I).
L’emergenza sarà gestita dagli operatori del soccorso competenti per territorio, mentre i centri di ricezione sono connessi tra di loro per coordinare gli interventi. L’utilizzo del Canale E è riservato alle sole chiamate di emergenza. Per aderire al progetto la Regione ha ottenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per le Comunicazioni – l’estensione dell’uso della frequenza 161,300 MHz agli incaricati/utenti della montagna, come professionisti della montagna, gestori degli impianti a fune, gestori delle piste di sci, alpinisti, escursionisti, sciatori, praticanti di vari sport e attività all’aperto.
«La legislazione nazionale non consentiva l’utilizzo della frequenza per il soccorso in montagna agli escursionisti", ha spiegato il Presidente della Regione Augusto Rollandin. "Abbiamo formulato al Ministero delle Comunicazioni una richiesta per il libero utilizzo di tale frequenza – ha continuato i lPresidente – che diventa ora pienamente operativa per tutti i frequentatori della montagna».
"La copertura radio del territorio regionale – ha aggiunto ancora Rollandin – è di circa il 95 per cento ed è garantita dalle sedici stazioni radio installate e gestite dalla Struttura di Protezione Civile, che all’interno di questo progetto ha ulteriormente implementato questa copertura installando nuove basi radio in tutti i rifugi alpini custoditi, che possono cosi ricevere la chiamata di soccorso ed inoltrarla a loro volta alla CUS.
Sul territorio, inoltre, si sono cominciati ad installare, in via sperimentale, posti di chiamata radio tipo colonnina S.O.S., nei punti strategici dei sentieri più frequentati e più critici dal punto di vista di una pronta richiesta di soccorso, così come nei bivacchi alpini più disagiati».