Presto al via “Assistant de Hameau”: un nuovo servizio di sostegno per anziani e disabili

Si affiancherà ai servizi sociali esistenti per offrire sostegno, compagnia e un aiuto ai nuclei familiari che risiedono nelle frazioni più isolate di 12 comuni valdostani. Lanièce: "Vogliamo aiutare le persone a vivere bene al loro domicilio".
Da sx: Elso Gerandin, Albert Lanièce, Gianni Nuti e Roberto Presciani
Società

Dal mese di aprile due operatori sociali potrebbero bussare alla porta di nuclei familiari, di anziani soli o di disabili, anche autosufficienti, residenti nei comuni Villeneuve, Introd, Nus, Verrayes, Saint-Denis, Emarèse, Montjovet, Verrès, Donnas, Fontainemore, Lillianes, Perloz. Niente pericolo, non si tratta di una truffa, ma di un nuovo servizio attivato, in via sperimentale per due anni, dall’Assessorato regionale alla Sanità, Salute e Politiche sociali.

“Assistant de Hameau”, questo è il nome, si affiancherà ai servizi sociali per offrire sostegno, compagnia e un aiuto a quei nuclei familiari che risiedono nelle frazioni più isolate o poco popolate e che vivono condizioni di solitudine, senza ricorrere, di norma, per pudore o per disinformazione, ai servizi sociali attivati. “Il nostro obiettivo è quello di aiutare le persone a vivere bene a domicilio:  troppo spesso qualche anziano viene ricoverato in microcomunità anche se autosufficiente solo perché vive isolato e non ha il sostegno della famiglia” è il commento dell’Assessore Albert Lanièce.

Gli otto operatori coinvolti dal servizio lavoreranno in coppia per 24 ore alla settimana. Il loro compito sarà quello di offrire una mano ai soggetti segnalati dall’Amministrazione comunale. “Saranno lì per aiutare le persone nelle piccole commissioni come, ad esempio, andare a prendere le medicine, o per sbrigare pratiche burocratiche o ancora nelle piccole necessità quotidiane – spiega Gianni Nuti, direttore delle politiche sociali – o semplicemente per far loro compagnia costruendo anche relazioni di rete e di auto aiuto con le realtà associative o informali attive sul territorio”.

Per facilitare la costruzione di una relazione di fiducia gli operatori sociali, con esperienza e formati appositamente, sapranno parlare in patois. Il servizio si propone anche di costruire una mappatura dei bisogni presenti sul territorio con l’aiuto delle amministrazioni comunali e delle associazioni attive. “Non tutti i cittadini  arrivano ai servizi di cui avrebbero bisogno – ha sottolineato Elso Gerandin, presidente del Cpel – il mio auspicio è che attraverso l’instaurazione di un rapporto di fiducia fra l’operatore e la persone in difficoltà, si riesca a far emergere quel bisogno che oggi è ancora sommerso“.

Il costo del servizio per i due anni di sperimentazione è di 421mila euro finanziati da fondi nazionali. Il servizio sarà gestito dal Consorzio delle cooperative sociali Trait d’union – che ha a sua volta incaricato la coperativa Esprit à l’Envers e l’Indaco – che si è aggiudicato l’appalto.  

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