Al Palazzo di Vetro dell’ONU, a fine marzo, non c’era solo Jacopo. A condividere con lui l’esperienza newyorkese si sono trovate anche altre due ragazze valdostane, Samantha Balla e Chiara Battisti, entrambe classe 2001.
Le due ragazze – Samantha, di Montjovet, studentessa al Liceo Scientifico, Chiara, che abita vicino a Pila, al Classico – hanno vinto una borsa di studio per il progetto Change the World Model UN New York City, e sono tornate a casa con un bagaglio di racconti ed emozioni legato sia all’esperienza della simulazione ONU, sia alla visita alla Grande Mela. Chiara e Samantha hanno entrambe scoperto questa possibilità su Internet o Instagram e, prima di partire, non si conoscevano: il cognome alfabeticamente ravvicinato le ha rese anche compagne di stanza.
“Le idee sul mio futuro sono poco chiare”, racconta Chiara. “Quello della diplomazia è un mondo che ho sempre trovato stimolante e mi ha affascinato poter provare sul campo, così mi sono proposta per la borsa di studio”. “Era praticamente il mio primo colloquio”, ricorda Samantha, “ed avevo un po’ di ansia. Mi hanno chiesto le mie idee sulle condizioni dei migranti e cosa si potrebbe fare per migliorarle: mi interesso molto a questo tipo di problematiche, e mi è sembrata un’occasione diversa per discuterne”.
Dopo aver seguito dei corsi online a partire da dicembre, era arrivato il momento di mettersi in viaggio: “Non ero per niente tesa, anzi ero tranquillissima. Era più agitata mia mamma”, dice Chiara. “Ero molto incuriosita dall’esperienza e non sapevo proprio cosa aspettarmi. È stata una cosa anche per me, per mettermi in gioco e partire da sola per la prima volta, e trovarmi a parlare in inglese davanti a 300 persone”.
Prima ancora dell’esperienza nella simulazione ONU, l’impatto con New York è stato spaesante ed affascinante per entrambe le ragazze: “Eravamo molto stanche per il viaggio ed il jet lag, i primi giorni. Arrivi lì e sei circondato dai grattacieli, dai posti che hai visto nei film. Emotivamente molto forte è stata la visita a Ground Zero”, per Samantha.
I primi due giorni del viaggio sono stati dedicati alla simulazione, mentre il tempo restante era più turistico. Al Palazzo di Vetro, Samantha rappresentava lo Yemen nella commissione ECOSOC (Economic and Social Council), mentre Chiara era la Thailandia nella General Assembly. Venivano discusse con modalità differenti – un moderated caucus, più formale, ed un unmoderated caucus, più informale – diverse problematiche che gli oltre duemila ragazzi si erano preparati prima della partenza, con ricerche e documenti storici. “Stay in character, ci dicevano sempre. Dovevamo fare quello che il nostro personaggio avrebbe fatto, sempre, anche a livello di alleanze geopolitiche”, spiegano. Chiara racconta di aver avvertito un certo maschilismo, oltre ai giochi di potere delle nazioni più grandi.
Ed ora, con cosa sono tornate a casa Samantha e Chiara? Oltre ad essere rimaste in contatto tra di loro e con gli altri italiani, quest’esperienza è stata una tappa significativa per entrambe. Samantha non proseguirà nel campo: “Da questa simulazione ti rendi conto che parliamo molto delle problematiche, ma non è facile risolverle. È stato davvero bello vedere l’impegno di tutti noi ragazzi nella discussione e nella ricerca di soluzioni. Continuerò ad interessarmi all’argomento, ma non ci costruirò la mia carriera: dopo lo Scientifico credo che rimarrò nell’ambito, andando a Medicina o Biologia”. Per Chiara, invece, si è aperta ulteriormente una nuova porta: “Fino a poco tempo fa ero orientata su Veterinaria o Giurisprudenza. Ora una carriera negli studi diplomatici è diventata effettivamente una possibilità”.