A meno di un mese dal referendum sul pirogassificatore anche i sindacati scendono in campo ma non tutti nello stesso fronte. Se la Cgil valdostana invita ad andare a votare e a barrare la casellina del Sì, la Cisl non dà indicazioni di voto ai propri associati ma li chiama comunque alle urne, “facendo valere il diritto si legge in una nota – ad esprimersi in una società che si dice democratica e che deve conseguentemente dimostrarlo concretamente nei fatti e nei momenti opportuni”.
Il sindacato guidato da Riccardo Monzeglio “auspica che la soluzione che sarà adottata per lo smaltimento dei rifiuti sia la meno impattante per la salute dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente e che le modalità di smaltimento dei rifiuti che saranno adottate consentano un abbattimento significativo delle tasse e delle tariffe in materia”. Per la Cgil il pirogassificatore è invece: "Una scelta ambientale non indicata per la morfologia del territorio valdostano, caratterizzato tra l’altro da fenomeni d’inversione termica."
Il sindacato ricorda poi le "forti preoccupazioni sono emerse riguardo agli effetti che un simile impianto potrebbe avere sulla salute umana, in particolar modo nel medio-lungo periodo”. E guardando alla crisi economica in atto e ai tagli imposti da Roma, il sindacato sottolinea come "il perseverare nella realizzazione di quest’impianto, può solo essere considerato un azzardo, una pesante ipoteca sullo sviluppo futuro della nostra Regione, con ripercussioni che ricadranno direttamente sulle tasche dei cittadini con tagli ai servizi e aumento delle imposte locali."
Più sfumata la posizione del Savt che, attraverso il suo segretario, Guido Corniolo, ammette di “non avere ancora riunito la segretaria per affrontare il tema, ma che comunque ciascun valdostano deve documentarsi bene e scegliere secondo la propria coscienza”.