Rinnovata la “stanza tutta per sé”, uno spazio accogliente e accessibile per donne e minori vittime di violenza

Già inaugurata nel 2019, oggi la "stanza tutta per sé" è stata spostata in uno spazio più accessibile, sempre all'interno della Caserma dei Carabinieri, e resa più accogliente con mobili, quadri e giochi per bambini.
Una stanza tutta per sé
Società

Nel novembre 2019 nel Comando Gruppo dei Carabinieri di Via Clavalité era stata inaugurata la prima “stanza tutta per sé”, un luogo dedicato alle audizioni protette di donne e minori vittime di violenza. Oggi, venerdì 31 maggio, a distanza di cinque anni, questo spazio è stato spostato in un’altra zona della caserma e rinnovato per permettere un accesso più immediato e far sentire maggiormente a proprio agio chi si presenta per denunciare abusi e maltrattamenti.

L’auspicio dei promotori del progetto, realizzato in Valle d’Aosta in collaborazione tra Soroptimist Club Valle d’Aosta e Zonta Club Aosta Valley e grazie al contributo dell’Arma dei Carabinieri, è di invogliare le donne a denunciare qualsiasi tipo di violenza, fisica o psicologica, senza temere alcun giudizio, ma sapendo che all’interno della caserma troveranno un luogo pronto ad accoglierle.

Una stanza tutta per sé
Una stanza tutta per sé – conferenza stamopa

“I dati sulle violenze sono in aumento – ha spiegato in conferenza stampa Laura Lodi, presidente dello Zonta Club Aosta Valley – e la Valle d’Aosta è seconda in Italia, appena dopo la Sicilia, per numeri. Questo però ci fa anche capire che la nostra è una regione dove si denuncia di più. La ‘stanza tutta per sé’ è quindi una maglia fondamentale di questa rete che aiuta le donne e le porta a denunciare”.

Come suggerisce il titolo del progetto, ispirato all’omonimo romanzo di Virginia Woolf,  l’idea è quella di far trovare alle donne uno spazio che sentano come proprio, più simile a una casa che a un ufficio, come ha sottolineato il comandante del Gruppo Aosta Carabinieri, colonnello Giovanni Cuccurullo:  “Abbiamo cercato di rendere meno invasive le operazioni di ricezione della denuncia: al posto della telecamera posizionata dietro alle spalle della persona seduta, abbiamo messo un computer su un tavolo con una telecamera molto più piccola, in modo che non sembrasse un interrogatorio. Anche l’accesso alla stanza è più facile: l’ingresso al nuovo spazio è immediato, vicino all’entrata, mentre prima era neccessario passare all’interno della caserma. 

Una stanza tutta per sé
Una stanza tutta per sé – Col. Giovanni Cuccurullo

Per accedere alla “stanza tutta per sé” è sufficiente presentarsi all’entrata e riferire di voler esporre una denuncia per violenza di genere o su minori. La donna che si presenterà in caserma non verrà quindi accompagnata in un freddo ufficio asettico, ma in questo spazio pensato apposta per l’ascolto delle vittime.

Una stanza tutta per sé
Una stanza tutta per sé – Caserma del Comando dei Carabinieri

All’interno di questa stanza, molto luminosa, arredata con mobili chiari e dotata di apparecchiature per rendere formale la denuncia, si trovano un tavolo e alcune sedie, ma anche fiori, giochi e libri per bambini e un grande disegno colorato sul muro. “Volevamo rendere più accogliente e accessibile la stanza perché, come ci ricordano i fatti di cronaca, ci troviamo davanti a tutta una serie di situazioni legate ad abusi che riguardano non solo donne, ma purtroppo anche bambini – ha spiegato Viviana Maria Vallet, presidente del Soroptimist Club Valle d’Aosta – e per questo abbiamo voluto dedicare un angolo della stanza anche ai bimbi affinché si potessero sentire anche loro a proprio agio”.

 

Anche se la stanza esiste già dal 2019, per i promotori del progetto è essenziale continuare a parlarne per arrivare a più persone possibile. “Tutti noi dobbiamo fare la nostra parte come cittadini nel far conoscere questa stanza, perché solo dalla collaborazione possono nascere situazioni concrete di aiuto” ha ricordato Renata Vallò, Area director dello Zonta Club. “Il nostro obiettivo finale è quello di riuscire a raggiungere le persone che hanno bisogno di sapere che qui troveranno un luogo dove essere ascoltate, – ha concluso Viviana Vallet – se questo messaggio arriva anche solo a una persona in più, allora possiamo dire di aver intrapreso la strada giusta”.

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