Riserva di pesca di Verrès: “120 km di pensieri”

Un lettore di Aostasera ritorna sulle polemiche relative alla riserva di pesca di Verrès e sulla decisione di ritirare i ticket giornalieri "considerando chiusa la stagione". Dopo 240 km di viaggio, di seguito le considerazioni del lettore.
Trota
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Chiedo cortesemente un po’ d’attenzione volendo in qualche modo agganciarmi alle polemiche sulla riserva invernale di pesca di Verrès ( Montjovet).
Da più di 10 anni frequento, durante la stagione invernale la riserva No kill in questione, privilegiando le uscite durante i periodi appena successivo la chiusura estiva e quello appena precedente la riapertura, da me giudicati più proficui perché spesso più simili “climaticamente” alla stagione regolare
La passione per la pesca a mosca, mi porta a percorrere, da solo, i 120 km che mi separano dalla zona in questione sopportandone i disagi e anche i costi, ma tant’è, per quanto mi riguarda il poter “pucciare” la mosca anche in inverno non ha prezzo…
Venerdì sera 30/01, causa un appuntamento di lavoro saltato all’ultimo minuto e dopo aver consultato le previsioni meteo che sembravano accettabili ancora per il sabato, decidevo di placare la mia crisi d’astinenza da “trota” e di organizzare un giornata sulla Dora.
Così, alzatomi di buonora, affrontavo il viaggio con entusiasmo, man mano rendendomi conto che il sole facente capolino e la temperatura segnalatami dal display della mia auto erano rassicuranti almeno sotto il profilo meteorologico.
Le copiose nevicate invernali e le temperature a lungo sottozero, mi avevano tenuto lontano da Montjovet per un paio di mesi e questo non faceva che aumentare la mia voglia di pescare e la soddisfazione nel constatare che tutto si  preannunciava andare per il meglio.
Ma, si sa, non tutte le storie prevedono il lieto fine ed infatti, giunto al bar dove di solito compro i permessi, la signorina che gestisce l’esercizio, con aria sinceramente dispiaciuta, mi informa che il consorzio, una settimana prima, ha ritirato i ticket giornalieri, considerando chiusa la stagione…..
Mentre ripercorrevo al contrario i miei 120 km con le pive nel sacco, pensavo alle ragioni di questa decisione.
Le condizioni del fiume erano buone; livelli bassi ma non più bassi del solito; poca neve sulle sponde, acqua limpida, insomma tutto Ok.
Allora ho immaginato che, fosse stata decisa la chiusura in considerazione di una stagione non troppo proficua, ipotesi forse confermata da quanto comunicato nella lettera di risposta del consorzio ai pescatori Verbani; decisione un po’ miope, considerando l’andamento meteorologicamente pessimo dell’inverno e le prospettive potenzialmente migliori da qui a metà febbraio, anche se mentre sto scrivendo nevica a larghe falde anche qui in pianura.
L’ultima domanda che mi sono posto durante il viaggio di ritorno (120 km sono tanti e il tempo non mi mancava)  è stata se, avendo potuto decidere della mia uscita di pesca solo all’ultimo minuto avrei potuto in qualche modo avere informazioni sul fatto che avrei trovato chiusa la riserva. La risposta è no!
Non conosco l’esistenza di un sito dove raccogliere informazioni, né di un nr telefonico dove possa averne( giustamente) a certe ore.
Del resto nei miei lunghi anni di frequentazione del sito in questione non mi era mai successo di trovare le ”porte sbarrate” e del resto nell’esercizio commerciale dove lavoro non ci sogneremmo di chiudere un certo giorno della settimana per “prevista mancanza di clienti” anche se talvolta le spese fisse non vengono pareggiate dai ricavi.
In conclusione, non sono d’accordo con chi contesta una scarsa immissione di trote perché mi è capitato sovente di prenderne tantissime ed ho sufficiente esperienza per sapere che in certe giornate fredde, in base ad una serie di fattori più o meno prevedibili non c’è verso di salparne una nemmeno in presenza di una popolazione numerosissima.
Il fatto è che un pescatore “sportivo” è tale se sa accettare un “cappotto” io ne ho presi tanti e mi ritengo tale; ma faccio fatica a digerire di non essere considerato al di la dei 15 o 20 € che posso portare alle casse del consorzio, eppure ho questa sensazione ed avrei altri esempi da portare che per motivi di tempo non espongo.
Forse non sono l’unico a pensarla in questo modo e pertanto inviterei, al momento di calcolare perdite e ricavi di considerare anche questo aspetto.
Scusandomi dello sfogo e grato dell’attenzione, cordialmente saluto
Claudio Patrucco

 
 
 

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