Saint-Christophe, 500mila euro di lavori per la messa in sicurezza della scuola di Bret

Gli interventi, eseguiti durante l'estate e costati circa 500mila euro, hanno interessato in particolare modo i solai.
scuola di Bret di Saint-Christophe
Società

A Bret di Saint-Christophe l'anno scolastico è iniziato in un edificio rinnovato e messo a norma.  

Gli interventi, eseguiti durante l'estate e costati circa 500mila euro, hanno interessato i solai dove si è cercato di evitare lo sfondellamento delle pignatte con possibile crollo del laterizio. I lavori ha interessato praticamente tutta la parte interna della scuola: il sottotetto, tutti i piani della scuola primaria, l’entrata, i locali della mensa, il locale dormitorio della materna, il teatrino. Le soluzioni tecniche adottate sono conformi alla normativa per la progettazione sismica (nella prospettiva di interventi esterni sui pilastri), il vecchio intonaco rimosso è stato sostituito con altro materiale e ricoperto con panelli fonoassorbenti per l’acustica.

Nei bagni e depositi sono stati posizionati pannelli resistenti al vapore acqueo. Nel dettaglio, si è proceduto a rimuovere le pignatte fessurate, creare scanalature di rinforzo con barre di acciaio, intonacare, creare ancoraggi sui travetti con supporti che impediscano il distacco dei laterizi. È anche stato effettuato un intervento generale sull’impianto elettrico, sostituendo alcune plafoniere con luci a Led. Infine, la struttura interessata dai lavori è stata ritinteggiata.

“Desidero ringraziare i dipendenti degli uffici comunali, che nella fase programmatoria, progettuale, realizzativa e ultimativa hanno sopportato le continue ingerenze mie e di altri amministratori – dice in una nota Il sindaco di Saint-Christophe, Paolo Cheney –  i professionisti progettisti e direttori dei lavori per il loro impegno e professionalità; le imprese che hanno concluso i lavori nei tempi contrattuali, dando segno di professionalità e organizzazione con merito di citazione; le insegnanti e la Direzione didattica, alle quali abbiamo scombinato l’organizzazione del lavoro. Ma se è per un bene comune, è stato dimostrato che sono cose che si possono accettare e condividere”.

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