Scuola, seimila certificazioni per la conoscenza delle lingue. Exploit dell’inglese

L'Assessorato all'Istruzione ha presentato oggi i risultati dei 5919 studenti valdostani di ogni ordine nelle prove in lingua francese, tedesco e inglese legate al Quadro comune europeo. Proprio l'inglese, che in Valle ha meno ore, ha la media migliore d'Italia.
La presentazione dei risultati delle prove linguistiche 2019. Da sx Fey, Certan e Vernetto
Società

Sono stati quasi seimila, per la precisione 5919, gli alunni valdostani che nel 2019 hanno ottenuto la certificazione nelle Prove riferite all Quadro comune europeo di riferimento per le lingue.

Di questi 4866 hanno raggiunto il risultato per la Lingua francese, 117 per il tedesco e 936 per l’inglese, per una certificazione del livello raggiunto che, attualmente, è parziale tenendo conto di tre attività linguistiche testate su quattro con diverse classi coinvolte: seconde e quinte delle primarie, terze medie e seconde e quinte superiori per il francese; quinta elementare, terza media e seconda superiore per il tedesco (solo nell’Istituzione scolastica Walser e al Liceo linguistico) ed in seconda superiore per l’inglese – hanno stimato.

Il completamento ci sarà a partire dal 2020, quando gli studenti che supereranno la completa comprensione scritta e orale e il test di produzione saranno certificati per tutte e quattro le attività linguistiche testate, nonché per il livello complessivo raggiunto.

I risultati sono stati illustrati stamane, in conferenza stampa, dall’Assessorato all’Istruzione. Un passaggio che porta così tutti gli studenti ad avere una certificazione del proprio studio delle lingue, come spiega la stessa Assessora Chantal Certan: “Finora il pubblico non certificava tutti gli alunni ma ora stiamo formando gli insegnanti ancora di più per andare in queste direzioni e per far sì che tutti possano raggiungere una media. Oggi possiamo vedere dei risultati in media, ma ci sono diversi ragazzi che sono già a livello C2 (il massimo previsto, ndr.) ed altri che stanno lavorando per migliorare”.

Non solo: “L’obiettivo – prosegue Certan – è quello di dare delle ‘palettesspendibili. Vogliamo portare avanti le eccellenze e non perderle, ma anche accompagnare tutti ad una formazione culturale e una spendibilità dei titoli di studio da raggiungere in forma adeguata. E avere una situazione multilingue in Valle d’Aosta è una fortuna, e questi dati dimostrano che non è penalizzante”.

“Lo scopo delle certificazioni regionali – sottolinea ancora Certan – è quello di migliorare le competenze raggiunte da ogni studente nelle lingue insegnate, in linea con le indicazioni del Consiglio d’Europa. È quindi una valutazione positiva della capacità dello studente di svolgere anche piccoli compiti in lingua, da cui il valore educativo di questo approccio”.

A far fede nei risultati è soprattutto il “niveau ciblé”, il “livello mirato”, ovvero quello che gli insegnanti delle classi che hanno svolto il test

Stima che coincide quasi alla perfezione con i risultati effettivi per un miglioramento crescente di classe in classe che dal livello di partenza A1 – o anche “Pre” A1 – arriva fino un B2 e B2.2 e che in alcuni casi, come nelle quinte superiori, sfiora invece il C1.

“Sono stati ottenuti, dai ragazzi, i migliori risultati in inglese rispetto al resto d’Italia – spiega invece Gabriella Vernetto, Dirigente dell’Assessorato – nonostante qui in Valle ci siano meno ore di lezione. È la prova che l’insegnamento plurilingue dà i suoi risultati. Bene anche il tedesco, gli esperti esterni che hanno corretto le prove hanno sottolineato il livello eccellente della produzione orale soprattutto nella pronuncia, senza i difetti che hanno riscontrato in altre scuole in cui si insegna la lingua, forse perché siamo sensibilizzati in più lingue e a pronunciare parole in modo diverso”.

Risultati soddisfacenti che però sono un punto di partenza: “Non possiamo soffermarci su poche lingue – ammonisce in chiusura l’Assessora Certan -, abbiamo classi nelle quali se ne incontrano anche otto, e la direzione è quella di aprirsi sempre di più alle lingue. Per questo motivo investiamo molto  in questa direzione, anche a livello metodologico e didattico”.

0 risposte

  1. Ma tu pensa, l’inglese. E pensare che il francese si parla anche in Burkina Faso e nel Mali.

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