Salgono ancora le classi delle superiori in quarantena. Nel weekend sono diventate undici, di cui quattro concentrate in un’unica Istituzione scolastica, l’Itpr Corrado Gex di Aosta. Altre due classi sono in quarantena al Regina Maria Adelaide di Aosta, una al Liceo Bérard di Aosta, una all’Isiltep di Verrès, una all’Institut Agricole di Aosta, una al Don Bosco di Chatillon e una al Liceo Artistico di Aosta. A far scattare la procedura di “isolamento” – in totale quasi 200 studenti e una cinquantina di docenti – la positività di alcuni studenti ma anche di un docente.
Questa mattina in Regione verrà fatto il punto della situazione in un incontro fra la Sovrintendenza, la Presidenza della Regione e le strutture sanitarie di prevenzione.
“Verranno fatte delle valutazioni, non credo si arriverà ad una decisione oggi.” dice questa mattina la Sovrintendente agli studi Marina Fey. “Credo comunque vada fatto un richiamo alla responsabilità individuale dei ragazzi, perché se le misure di distanziamento non vengono tenute anche al di fuori della scuola, si vanificano gli sforzi fatti”.
Casi di contagio sono stati registrati anche nel mondo del calcio. Annullato il match di serie D tra il Città di Varese ed il PDHAE in calendario ieri, domenica 4 ottobre, per la positività al sierologico di uno dei giocatori del club lombardo è stata rinviata anche la partita di Prima categoria tra la Pianese ed il Fenusma.
Per tutto il gruppo Under 19 della società valdostana è stato infatti deciso l’isolamento per due settimane dopo che un componente della squadra ha manifestato dei sintomi febbrili ed è in seguito risultato positivo al tampone. Resta in forse il match in programma il 10 ottobre – la squadra è in isolamento fino al 12, ma gli altri componenti della squadra non hanno manifestato sintomi – contro il Montanaro.
0 risposte
A conferma della bontà della didattica a distanza:ieri mattina, chiedendo spiegazione in merito a questo teatro dell ‘assurdo, mi è stato detto che la didattica a distanza sarebbe stata garantita. Stamane è arrivato un messaggio da parte di un insegnante, il quale, sottoposto ad isolamento preventivo, non avrebbe potuto svolgere la didattica a distanza poiché non prevista dalle norme vigenti.Mi chiedo quale sarà il prossimo passo e soprattutto se qualcuno si sta rendendo conto che a rimetterci sono i ragazzi. Mi rammarica comunque pensare che i legami delle” norme vigenti” siano più importanti delle norme etiche, impedendo ad un adolescente di avere una minima frequenza scolastica. Stefano
Buongiorno, sono il papà di una studentessa del Corrado GEX che è stata messa in quarantena. La scelta dell’isolamento di un’intera classe , in caso di positività da parte di un insegnante è assurda. La mia opinione non è dettata da un impulso di rabbia o sfiducia improvvisati, ma dal fatto che lavoro in un ospedale di Torino e conosco abbastanza bene le dinamiche di gestione della situazione in corso. È assurdo che venga messa in quarantena un’intera classe di ragazzi senza prima far loro il tampone rino faringeo che al momento da buoni risultati nel giro di poche ore. Se in ogni ambito lavorativo optassimo per la linea della quarantena a tutti i costi, sarebbe tutto bloccato, iniziando dagli ospedali. Mi è stato risposto che la didattica a distanza sarà garantita:bene,non voglio inoltrarmi in dubbi e lacune che può avere questa metodologia, ma vorrei segnalare che un ragazzo in quarantena non può uscire dalla propria abitazione e quindi gli è preclusa ogni attività sportiva, ludica e sociale. Se tra quindici giorni, al termine della quarantena, si ripresentasse un caso analogo, cosa facciamo? Riparte l’isolamento? Mi piacerebbe che qualcuno desse delle risposte, ma soprattutto che qualcuno si prendesse delle responsabilità, visto che lo scrivente viaggia quotidianamente da Aosta a Torino e per la pandemia non ha ancora perso un’ora di lavoro, pur essendo a contatto diretto con potenziali “infetti”. Grazie Stefano
Un suggerimento….mettete in quarantena solo la classe o l’alunno/a e non tutti gli insegnanti. Ognuno di loro ha il diritto di lavorare e soprattutto di fornire attività di docenza in tutte le classi nelle quali è coinvolto/a. Diversamente chi ne patirà di più saranno proprio gli alunni; un popolo senza istruzione non può crescere.