Esattamente sessant’anni fa, il 16 luglio 1965, i Presidenti della Repubblica Italiana e della Repubblica francese, Giuseppe Saragat e Charles De Gaulle, inauguravano il Traforo del Monte Bianco. Si trattava allora del traforo più lungo al mondo.
Oggi, le squadre del Traforo del Monte Bianco Geie, della Società Italiana Traforo del Monte Bianco e di Autoroutes et Tunnel du Mont Blanc, “rendono omaggio ai pionieri che hanno aperto una via sotto la vetta più alta d’Europa, unendo due valli amiche”, si legge in una nota.
“Il Traforo – scrive ancora la società di gestione – continua a svolgere ancora oggi il suo ruolo di collegamento turistico, economico, sociale e culturale fondamentale per due valli limitrofe, tra Courmayeur e Chamonix, collegando inoltre i grandi centri regionali di Torino e Lione. Con 60 anni di storia felice e drammatica alle spalle, è diventato un riferimento in materia di sicurezza e un simbolo di unione tra due Paesi”.
Sei anni di lavori per collegare l’Italia e la Francia in 12 minuti
Costruito tra il 1959 e il 1965, il Traforo è stato inaugurato il 16 luglio 1965. Tre giorni più tardi, il 19 luglio 1965, alle 6 del mattino, il Traforo del Monte Bianco veniva aperto al traffico.
Iniziato il 12 gennaio 1959 sul versante italiano e il 1° giugno 1959 su quello francese, lo scavo del tubo lungo 11,6 km e largo 7 metri è durato tre anni, fino al 14 agosto 1962. In quella data, gli operai italiani e francesi hanno potuto unirsi e abbracciarsi, dopo che un’esplosione finale liberò l’ultimo diaframma di roccia tra i due Paesi.
Sono stati necessari altri tre anni di lavori supplementari per trasformare questo tubo in una infrastruttura percorribile di giorno e di notte, in tutte le stagioni dell’anno.
Una nuova sfida?

Dal 19 luglio 1965, il Traforo ha accolto oltre 57 milioni di mezzi leggeri. Questi i principali “clienti”, che rappresentano complessivamente il 75 per cento del traffico veicolare. Ogni anno, più di 8.000 famiglie percorrono l’infrastruttura durante i sabati di luglio e di agosto.
Oggi – e al terzo anno di chiusure autunnali per i lavori di rifacimento della volta, cui abbiamo dedicato un dossier, lo sappiamo bene –, i gestori affrontano un’altra sfida. Ovvero, scrivono, “tramandare tale opera alle future generazioni. Questo è possibile solo collaborando ed avviando tutte le nuove forme di decarbonatazione dei trasporti, che possono essere sperimentate al Traforo del Monte Bianco e sulle sue vie di accesso. Il Traforo del Monte Bianco, oggi, è il primo delle grandi gallerie europee ad intraprendere dei lavori di risanamento a livello strutturale di grande impatto come la ricostruzione della volta o la ricostruzione dell’impalcato stradale per oltre 1,5 km”.
“L’intento – si legge ancora – è di garantirne la perennità per i prossimi 100 anni. Dal 1° settembre al 12 dicembre 2025, il Traforo del Monte Bianco sarà chiuso per condurre una nuova fase di lavori di risanamento di una parte della volta. La scelta di tale periodo autunnale è data dai volumi di traffico più ridotti rispetto al resto dell’anno”.
Insomma, “le squadre del Traforo del Monte Bianco, della Sitmb e dell’Atmb auspicano che tale opera esemplare continui ad incarnare un simbolo di unione e di libertà di movimento di persone e merci per il secolo a venire”.
2 risposte
Manca la citazione del geometra Pietro Alaria originario di Cantoria nelle Valli di Lanzo morto nel 1978 che ha pure scritto un libro Il Cantiere Monte Bianco ha tracciato con rilivo trigonometrico il percorso del tunnel
E neppure citato l’ingegnere Franco Cuaz, primo direttore e progettista dell’esercizio del tunnel, oggi quasi centenario, e che fin dall’inizio aveva previsto la necessità di creare una seconda canna per motivi di sicurezza di manutenzione e di miglioramento del traffico. Purtroppo in questi 60 anni non è mai stato ascoltato.