“Sugli incidenti a piloti di volo libero basta un minimo d’informazione per evitare errori”

Lettera di Gustavo Vitali - Ufficio Stampa FIVL, Associazione Nazionale Italiana Volo Libero.
I lettori di Aostasera, Società

E’ periodico l’apparire sui media di notizie riguardo incidenti occorsi a piloti di volo libero, vale a dire il volo senza motore in deltaplano e parapendio.
Secondo noi, come riteniamo indiscutibile il diritto di cronaca, consideriamo altrettanto irrinunciabile una corretta informazione, anche in occasione di incidenti.

Immaginiamo che il giornalista alle prese con un qualunque evento di volo spesso non è un esperto in tale disciplina. Non è un peccato, ma un dato di fatto.
Tuttavia basterebbe un minimo d’informazione per evitare gli strafalcioni. Giusto per esempio, si attribuisce talvolta la colpa del sinistro ad un "vuoto d’aria", fenomeno che esiste solo nella fantasia; oppure ad "improvvisi colpi di vento", tranquillamente assorbibili dalle nostre ali; e poi si scrive di "lanci da strapiombi", impossibili tecnicamente, perché deltaplani e parapendio per decollare necessitano di un leggero pendio e non di precipizi. Per altro il "lancio" è proprio del paracadutismo, ala solo in apparenza simile al parapendio. Si fa spesso confusione tra i due mezzi usati per il volo libero, oppure con deltamotore e paramotore, velivoli diversi come dice il nome stesso; anche tra ultraleggeri e no, tra paracadute, aliante ed altro ancora. In un caso, clamoroso, un palloncino fu scambiato per un parapendio che volteggiava tra i palazzoni di una metropoli!
Ci vuole poco per sprofondare nel ridicolo ed altrettanto poco per evitarlo. Basterebbe, prima di scrivere involontariamente notizie fuorvianti, contattare, per esempio, la nostra associazione. Saremmo lieti di metterci al servizio della stampa ed evitare che la cronaca scada a disinformazione.

Il volo libero è ampiamente diffuso con migliaia di praticanti provenienti da ogni ceto e stato sociale, accomunati da identica passione, felici di visitare il cielo, alla ricerca di sano svago più che di imprese al limite dell’estremo. Gli attestati VDS (Volo Diporto Sportivo), obbligatori per legge, rilasciati ad oggi sono circa 40 mila. Se aggiungiamo gli allievi delle scuole ed i numerosi, occasionali curiosi che quotidianamente provano un volo con un istruttore, la platea s’allarga ulteriormente.
La FIVL esiste da 40 anni e raccoglie la massima parte dei piloti in attività. Possiamo tranquillizzare che l’interesse per questo sport non accenna a diminuire in seguito a notizie d’incidenti, così come la cronaca di quelli stradali non dissuade dall’uso di moto ed auto. Riteniamo che il pubblico, magari sommariamente, sappia cosa sono parapendio e deltaplano.
Indipendentemente dal ritenere o meno il volo sport estremo, è ovvio che esso comporta l’assunzione di rischi, così come il mettersi in strada. Per altro pensiamo che estremo diventa qualunque mezzo, anche stradale, se ne facciamo un uso improprio.
Ci sembra pure che un incidente qualunque mal riportato nuoce in primis a chi lo divulga.

Gustavo Vitali – Ufficio Stampa FIVL
Associazione Nazionale Italiana Volo Libero 
 

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