Maurizio De Pascalis, dell’ufficio pianificazione e logistica d’emergenza della Protezione civile, ci ha raccontato ciò che è successo questa mattina a Mirandola, paese già duramente colpito dal sisma del 20 maggio scorso ed epicentro delle due scosse di terremoto che sono state avvertite chiaramente anche in Valle d’Aosta.
“Il mio gruppo è composto da 15 persone – racconta De Pascalis – tra personale della Protezione Civile e Vigili del Fuoco Volontari, ed è sistemato in un campo sportivo a Mirandola, in una zona sicura. Siamo arrivati venerdì scorso e abbiamo iniziato l’allestimento delle strutture di accoglienza per le persone colpite del precedente sisma”.
Questa mattina, alle 9, De Pascalis era impegnato in una riunione logistico-organizzativa presso la scuola media del paese, sede provvisoria del Comune a causa dei danni subiti dall’edificio, quando la prima scossa, di magnitudo 5.9, ha fatto tremare la terra con violenza.
“Il personale era impegnato nella prima accoglienza – continua il suo racconto – quando è scoppiato il caos. Gli abitanti si sono riversati in strada, soprattutto nel centro storico, che è la zona più colpita: i danni agli edifici sono incalcolabili e almeno un migliaio di famiglie sono rimaste senza casa. Oltre a comprensibili attimi di panico è salita anche la tensione tra i diversi gruppi etnici presenti in città: la situazione, dal quel punto di vista, è ancora difficile”.
I volontari valdostani stanno bene, solo due risultano lievemente feriti. Stavano facendo rifornimento di carburante in un distributore a tre chilometri di distanza da Mirandola quando il movimento della terra ha fatto crollare la pensilina: uno dei due ha riportato una contusione alla spalla, urtando una colonna durante la fuga, mentre un suo collega è stato colpito al piede da un calcinaccio. I due stanno rientrando ad Aosta, secondo quanto era già previsto dai turni di avvicendamento.
I momenti difficili, in ogni caso, non sono terminati. “Attendiamo disposizioni da parte del Comune per organizzare e gestire questa nuova ondata d’emergenza – ha concluso De Pascalis – anche se le strutture predisposte in seguito alla precedente scossa non sono sufficienti per fare fronte alla richiesta. Nuove colonne mobili sono in arrivo, da tutta Italia: noi ci fermeremo fino a giovedì, quando saremo sostituiti da un altro gruppo in partenza dalla Valle”.