È il 15 settembre del 2018 quando davanti a Eliana Arletti si aprono le porte di un’inaspettata realtà, quella del tutoraggio volontario di minori stranieri non accompagnati. Reduce da alcune esperienze lavorative nell’ambito delle migrazioni e già attiva all’interno dell’associazione Refugees Welcome, decide di intraprendere questa nuova strada grazie a un corso di formazione in programma in Piemonte.
L’esperienza di tutore
“Non ricordo esattamente come sono venuta a conoscenza di questo corso ma soltanto che ho subito pensato di frequentarlo con il desiderio di fare del bene oltre la beneficienza, ma con gli strumenti e le conoscenze adatte – spiega Eliana -. Durante gli incontri, svolti quasi interamente in presenza ogni sabato, abbiamo trattato da molti punti di vista migrazioni e minori per capire meglio l’entità delle responsabilità legali che ci sarebbero state affidate”.
Dopo aver frequentato il percorso, tra settembre e ottobre 2018, superando il relativo esame, la neo-tutor viene iscritta nel registro unico di Piemonte e Valle d’Aosta. Soltanto il 5 dicembre del 2022, reduce da una serie di chiamate mancate, diviene tutrice di un adolescente di origini africane e giunto in Valle d’Aosta da Lampedusa.
“Stiamo lentamente costruendo un rapporto affettivo nonostante le difficoltà che lui, come tutti i suoi coetanei in fuga da situazioni complesse con un notevole carico di dolore e fatica, sta affrontando – continua la donna -. Ovviamente, molto dipende dalla predisposizione e dalla volontà di tutore e minore, con cui bisogna sempre mantenere alta l’attenzione per non rischiare di sbagliare e di assumere perciò un ruolo negativo ai suoi occhi”.
Il giovane risiede attualmente all’interno di una struttura regionale dedicata all’accoglienza, dove già Eliana ha prestato servizio come insegnante volontaria di lingua italiana per l’associazione Refugees Welcome, abituandosi così a convivere con ragazzi e culture diverse dalla propria.
“Oltre ad aiutarlo con questioni burocratiche come, ad esempio, visite mediche, scuola o compilazione di documenti, mi impegno anche nel fare il possibile per permettergli di coltivare le sue passioni, tra cui il calcio – racconta la tutrice -. Di tanto in tanto viene anche a mangiare a casa mia, oppure usciamo per un giro in centro, per migliorare la sua integrazione”.
“Una figura di riferimento”
Eliana si sforza quotidianamente per permettere al ragazzo di raggiungere quegli obiettivi che eventualmente gli permettano di fare domanda per il permesso di soggiorno e di rimanere stabilmente in Valle d’Aosta una volta compiuti i 18 anni di età.
“Sono per lui una figura di riferimento sul territorio che, in senso buono, si avvicina a quella materna e a quella paterna, perché gli dà la certezza di essere a piena disposizione per aiutarlo – commenta la donna -. In base alle leggi attuali, una volta raggiunta la maggiore età, lo Stato non si occupa più di questi ragazzi se non a determinate condizioni e per un certo periodo di tempo, ciò che genera nella figura che li assiste un senso di impotenza e frustrazione dovuto al distacco che io stessa sto provando per un giovane di cui mi sono occupata come volontaria per Refugees Welcome”.
I tutori in Valle d’Aosta
Esterno al sistema dei servizi sociali, ma al contempo in possesso di un adeguato bagaglio formativo, il tutore volontario di minori stranieri non accompagnati è una figura attiva e costante anche sul territorio valdostano. Incaricato di assumere la tutela di bambini e ragazzi migranti privi di figure genitoriali di riferimento, è formato attraverso un corso organizzato per la Valle d’Aosta e il Piemonte dalle Università di Torino e del Piemonte Orientale. Le lezioni, peraltro, si inseriscono nell’ambito della Convenzione di cooperazione a cadenza biennale siglata a inizio 2021 dall’assessorato regionale alla Sanità e dall’Ufficio del Difensore civico in collaborazione con la Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Piemonte.
Nel 2022, l’iniziativa ha raggiunto la sua nona edizione, raccogliendo, dopo una iniziale fase di selezione, 24 partecipanti, tra i quali due valdostani. Nonostante l’abilitazione, tuttavia, in Valle d’Aosta gli effettivi abbinamenti tra professionisti e minori tendono a rivelarsi inferiori a causa della non rara decisione del giudice di nominare altri tutori istituzionali provenienti dal comparto dei servizi sociali.
A seguito del completamento del corso, gli ammessi hanno l’occasione di prendere parte ai 3 gruppi di confronto e mutuo aiuto organizzati con cadenza mensile, 2 dei quali peraltro in modalità remota proprio per permettere la frequentazione ai fuori provincia e fuori regione.