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Tradizione e magia: i Carnavals de Montagne riportano il Carnevale nelle vie di Aosta

La manifestazione, che celebra il folklore e la cultura della Valle d’Aosta, ha riempito le vie del centro storico di maschere, figuranti e simboli del passato, rinnovando l’incanto di una tradizione antica.
Società

Dopo il successo dello scorso anno, Aosta si è nuovamente trasformata in un palcoscenico di colori, suoni e tradizioni con il ritorno dei “Carnavals de Montagne”. La manifestazione, che celebra il folklore e la cultura della Valle d’Aosta, ha riempito le vie del centro storico di maschere, figuranti e simboli del passato, rinnovando l’incanto di una tradizione antica. Tra costumi sgargianti, personaggi storici e rituali che attraversano i secoli, la città ha offerto ai visitatori uno spettacolo unico, capace di intrecciare memoria e festa.

Organizzata dall’amministrazione comunale con il sostegno del Consiglio Valle, la manifestazione ha visto la partecipazione di ben ventidue gruppi valdostani, affiancati da ospiti d’eccezione come le maschere veneziane del gruppo “MasquAoste”, il centro di falconeria “Messaggeri alati” di Gignod e il vicino Carnevale Carema.

Tra i gruppi che hanno animato le vie del centro cittadino spiccavano i Lè Mascre dè’en Mar’éi di Saint-Marcel, il Comité di Catro Tor di Aymavilles, il Carnevale di Doues e quello di Valpelline, oltre al Carnaval de Bionaz e al Carnevale di Saint-Vincent. Altri protagonisti sono stati la Dama Bianca del Breuil, Ebalo Magno e la dinastia degli Challant di Challand-Saint-Victor, La Benda la Reysaentse di Roisan e il Groupe historique Châtel Argent Villeneuve. Il pubblico ha potuto ammirare anche il Comitato del Quart-Naval, Lo Carnaval d’Allein, Lé Beuffon di Courmayeur e il Carnevale di Sorreley. La sfilata ha visto inoltre la partecipazione del Groupe historique Château d’Issogne, del Comitato I Challant di Châtillon, del Rèi Barleth e della Rèina Grolla, insieme agli storici di Nus e Verrès. Hanno sfilato anche il Comité di Poudzo Variney Signayes, il Groupe historique de Fénis – Le Cors dou Heralt e, infine, i Pifferi e Tamburi di Arnad, a rappresentare in modo corale l’identità culturale e storica della Valle.

I protagonisti più attesi sono stati i personaggi simbolici della Coumba Freida, capaci di raccontare, con i loro costumi e gesti, le radici profonde del Carnevale valdostano. L’Orso, figura centrale, che rappresenta l’alternarsi delle stagioni e, con il suo letargo, annuncia l’arrivo della primavera. Questa bestia, che simboleggia anche la fecondità, ha divertito il pubblico rincorrendo donne e bambini, mentre il Domatore cercava di tenerlo sotto controllo. Non sono mancate le code dei muli, agitate dalle Landzettes per allontanare i venti nefandi e attirare quelli favorevoli, e gli specchi applicati sui costumi, che avevano il compito di scacciare gli spiriti maligni. Particolarmente attesi erano anche il Diavolo, con il suo mantello rosso e la forca, e i suoi scherzi che facevano inciampare i passanti, così come il Toc e la Tocca, i due sempliciotti del gruppo: lui, con il suo bastone, divertiva i presenti facendo cadere cappelli o accarezzando la schiena dei bambini, mentre la Tocca, accecata dalla gelosia, si scagliava su di lui in una scena che ha strappato molte risate.

La grande sfilata, iniziata alle ore 15 da piazza Arco d’Augusto e conclusasi ben oltre le 17.30 in piazza della Repubblica, ha regalato emozioni e momenti di festa. Qui, il gruppo musicale Romeo e i Cooperfisa ha intrattenuto il pubblico con un’ultima esibizione.

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