Benedetto XVI, nella prefazione del libro “Perché dobbiamo dirci cristiani”, di Marcello Pera, ha affermato che non è possibile il dialogo tra religioni, ma solo tra individui. Eppure da 14 anni in Valle d’Aosta è attivo il gruppo interreligioso “Insieme per la pace”, che riunisce confessioni differenti, accomunate dal comune desiderio di intessere un dialogo attorno a dei valori comuni, come il rispetto dei diritti umani e dei popoli.
I rappresentanti delle comunità aderenti hanno organizzato un incontro pubblico di preghiera, intitolato “L’amore di Dio ci unisce nella pace” che si svolgerà il 10 ottobre, alle 16.00, nell’antica chiesetta di Saint Martin-de-Corléans, che attualmente ospita la parrocchia ortodossa rumena della regione. La comunità ortodossa è l’ultima delle confessioni religiose che hanno raggiunto il gruppo, già composto dai valdesi-metodisti, la diocesi di Aosta, gli avventisti del settimo giorno, la comunità Bahà’ì, la lega islamica autonoma della Valle D’Aosta e la chiesa del Cristo scientista.
In questi anni sono state numerose le attività organizzate dal gruppo, che di volta in volta si è occupato di fondamentalismo, pari opportunità, cultura delle differenze e molto altro, attraverso incontri di preghiera, tavole rotonde, conferenze e serate musicali. “Insieme per la pace” si prefigge, nell’immediato futuro, di organizzare iniziative riguardanti la difesa dei diritti umani. A tale proposito, durante la conferenza stampa di presentazione della preghiera comune del 10 ottobre, Mohamed Chaid, presidente della lega islamica autonoma valdostana, ha riassunto il pensiero comune del gruppo riguardo alla condanna a morte di Sakineh. “Tutti noi siamo contro la pena di morte, perché nessuno, in nessun paese del mondo, che sia l’Iran o un qualsiasi paese dove si applica la pena capitale, può arrogarsi il diritto di uccidere un altro essere umano”.