Sempre meno, sempre più anziani e con uno dei tassi di fecondità più bassi d’Italia. Anche quest’anno, i dati Istat restituiscono un quadro critico per la demografia della Valle d’Aosta. Al 1° gennaio 2025 i residenti risultano essere 122.700, in calo rispetto ai 123.018 dell’anno precedente: una diminuzione dell’1,3 per mille.
La popolazione è composta da 113.700 cittadini italiani e 9.000 stranieri. La struttura per età conferma l’invecchiamento in corso: l’11,4% ha tra 0 e 14 anni, il 62,8% tra 15 e 64, mentre il 25,8% è over 65. L’età media si attesta a 47,7 anni, in aumento rispetto ai 47,3 dell’anno scorso.
Natalità in calo, fecondità tra le più basse d’Italia
Nel corso del 2024 in Valle d’Aosta sono nati 613 bambini, contro i 700 del 2023, con un calo del 10,7%. Il tasso di natalità regionale è sceso al 5,2 per mille, mentre quello di mortalità è salito all’11,6 per mille, portando il saldo naturale a -6,4 per mille.
Il tasso di fecondità è di 1,05 figli per donna, uno dei più bassi a livello nazionale. Solo la Sardegna (0,91), il Molise (1,04) e la Basilicata (1,09) fanno peggio. In cima alla classifica c’è il Trentino-Alto Adige con 1,39 figli per donna. L’età media al parto nella nostra regione è di 32,5 anni, in linea con la media nazionale (32,6).
Aumentano i decessi, cala la speranza di vita
Nel 2024 sono stati registrati 1.400 decessi, in crescita del 3,9% rispetto all’anno precedente. La speranza di vita è in calo: 81,1 anni per gli uomini (-0,3 sul 2023) e 84,6 per le donne (-0,5). Entrambi i valori sono inferiori alla media nazionale, che è di 81,4 anni per gli uomini e 85,5 per le donne.
Contesto nazionale: lieve crescita al Nord, crollo al Sud
A livello nazionale, la popolazione al 1° gennaio 2025 è di 58 milioni 934mila, in calo di 37mila unità rispetto all’anno precedente. Le aree interne del Mezzogiorno registrano la perdita più marcata (-4,7‰), mentre il Nord segna una lieve crescita (+1,6‰). Il tasso di fecondità medio nazionale è sceso a 1,18 figli per donna, il valore più basso mai registrato, sotto anche al minimo storico del 1995 (1,19).
2 risposte
Diminuisce l’aspettativa di vita, ovviamente.
E, una volta defunti tutti i nonnini nati intorno agli anni ’30 (che sono più robusti e longevi di chi li segue), assisteremo a un ulteriore crollo dell’aspettativa di vita di uomini e donne.
Ciononostante l’INPS spinge per alzare ulteriormente la soglia dell’età pensionistica.
Mica male.
1,09 é maggiore di 1,05… no?