Correndo in America: la nuova avventura di Silvia Gradizzi

All’Iowa Western Community College la 21enne di Gignod insegue il suo sogno di correre e studiare: “Un’occasione di crescita anche come persona”.
Silvia Gradizzi negli Stati Uniti
Sport

Il 2023 è un anno da incorniciare per Silvia Gradizzi. Oltre alla solita incetta di titoli, la vita – sportiva ma non solo – della giovane valdostana è andata incontro ad una svolta: da quest’estate, infatti, la 21enne di Gignod è volata negli Stati Uniti, più precisamente a Council Bluffs, nell’Iowa, dove frequenta l’Iowa Western Community College.

Specialista del mezzofondo e del cross e figlia d’arte dell’allenatore Moreno, negli States Silvia Gradizzi insegue il suo sogno di riuscire a studiare e correre, iniziato nella CUS Pro Patria e alla Facoltà di scienze della comunicazione dell’Università dell’Insubria a Varese. “Due anni fa, dopo gli Italiani e gli Europei del 2021, un’università della California ha iniziato a cercarmi”, racconta Silvia da Oltreoceano. “All’epoca ero ancora al liceo quindi non sarei potuta andare. L’anno scorso mi hanno chiamata di nuovo, ma non me la sentivo, volevo provare a continuare in Italia e magari entrare in un corpo sportivo. Ho fatto un anno a Varese ma poi sono tornata a casa. Alla fine della stagione della pista molti college mi hanno cercata: ho pensato che fosse un “segno”, che potesse essere un’occasione di crescita anche come persona”.

Alla fine di quest’estate, la valdostana non era molto soddisfatta delle sue prestazioni e sapeva di poter migliorare. Uno dei college che più l’attiravano era nello Utah, a 1300 metri d’altezza, ma non era convinta fino in fondo. A fare la differenza e far virare la rotta verso l’Iowa è stato l’attuale allenatore di Silvia Gradizzi, Mark Bierbaum: “Ha lottato per farmi andare, si interessava a me, mi chiedeva quali fossero i miei obiettivi, mi ha detto che potevo continuare la stagione in Italia. Mi ha chiesto se avessi paura, e questo mi ha convinta. Ho pensato che fosse una persona premurosa, attenta, disponibile, e ne ho avuto la conferma quando sono arrivata qui”.

Per Bierbaum è infatti importante non solo l’aspetto atletico, ma anche quello umano: “Dopo il lungo domenicale andiamo tutti insieme a casa sua a far colazione con waffles e pancakes”. A proposito di cibo, la situazione negli Stati Uniti non è delle migliori: “Sì, non è il massimo, è molto grasso e condito”, dice ridendo Silvia, che vive in un appartamento con una ragazza americana, una portoghese e una olandese, tutte sue compagne di squadra. Non c’è la cucina, quindi mangiano in mensa e, grazie alla borsa di studio, tutte queste spese sono coperte.

Nel campus c’è solo un’altra ragazza italiana che gioca a pallavolo, mentre la squadra di atletica è composta anche da persone dalla Giamaica, Costa Rica, Messico, Australia… “Sto lavorando sull’inglese, sapevo giusto le cose base prima di partire”, racconta ancora l’atleta. “Da questo punto di vista è stato un bene essere al college e non all’università. I docenti comunque mi vengono incontro: durante un compito di filosofia il professore mi ha detto che potevo usare le parole che non sapevo in italiano, poi le avrebbe tradotte lui”. Per la cronaca, il compito è andato bene.

E proprio il buon risultato ottenuto negli studi le permetterà di tornare in Italia a fine novembre per partecipare, a Trieste, alle selezioni europee di cross, e mettere a frutto quanto fatto in questi mesi. Silvia infatti va al college dalle 10 alle 13 (la sua major è psicologia), ma si allena al mattino prima di andare a lezione e a volte anche nel pomeriggio. “Mi trovo bene, agli allenamenti mi diverto. Qui lavoriamo in maniera un po’ diversa: facciamo due allenamenti “tosti” a settimana – in Italia ne facevamo tre – e lavoriamo moltissimo sulla parte aerobica, e in più mettiamo cose veloci come i 400 metri anche negli allenamenti aerobici. Vedo che sta funzionando, in inverno tendevo a perdere velocità mentre ora mi sento ancora molto veloce”.

E la prova l’ha avuta in gara: nella prima prestazione della sua avventura americana, usata più che altro come allenamento, ha corso gli ultimi due chilometri ai 3’30”. Ancora meglio nei 6000m della scorsa settimana in Nebraska, dove con il tempo di 21’29” ha ottenuto la quinta posizione risultando la prima della propria divisione, con buone prospettive per i campionati nazionali NJCAA dell’11 novembre in Alabama.

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