Da Cervinia a Pechino per costruire la pista di snowboard cross: l’esordio olimpico di Filippo Maquignaz

Con lui anche Fabien Gontier di Champorcher. I due allenatori dello Snowboard Club di Cervinia sono stati ai Giochi Olimpici Invernali di Pechino per costruire una delle quattro piste di snowboard.
Filippo Maquignaz Breuil Cervinia
Sport

È stato un esordio olimpico “dietro le quinte” quello dello snowboarder Filippo Maquignaz. Da gennaio a marzo, il valdostano, proveniente da Cervinia, è stato a Pechino, ai Giochi Olimpici Invernali, per costruire una delle quattro piste di snowboard. Con lui anche Fabien Gontier di Champorcher.

Per i due allenatori dello Snowboard Club di Cervinia, classe 1994 (Maquignaz) e 1993 (Gontier), tutto è iniziato dalle Coppe del Mondo ospitate ai piedi del Cervino. “I responsabili della Federazione Internazionale Sci (FIS) ci hanno domandato se eravamo interessati a far parte di un team per la costruzione della pista olimpica di boardercross, specialità dello snowboard” racconta Filippo. Un tracciato ideato dagli esperti della FIS e realizzato da tredici persone. Un gruppo composto da cinque italiani (di cui due valdostani), sei russi, un francese e un canadese alla guida. “Arrivati a inizio gennaio, abbiamo impiegato un mese abbondante per costruire la pista”. A ostacolare il lavoro, le difficili condizioni climatiche con una temperatura media di 25 gradi sotto lo zero con picchi di meno 35.

“La pista era composta da una partenza condivisa da snowboard cross e ski cross. Abbiamo adoperato gatti delle nevi, escavatori e specifiche pale per le transizioni della pista” spiega Filippo. “La lunghezza del tracciato era di 1,3 km con un dislivello al di sopra dei 150 metri. La peculiarità della disciplina snowboard cross, che rende la competizione particolarmente spettacolare, è la discesa contemporanea di quattro atleti” che si destreggiano in salti e paraboliche.

“È stata una bella esperienza che ci ha permesso di conoscere un sacco di gente all’interno di questo settore. Purtroppo, causa covid, era tutto molto blindato. Abbiamo passato quasi tre mesi in albergo, senza poter visitare nulla. La struttura era abbastanza vicina al villaggio olimpico, ma il contatto con gli atleti era vietato. Tamponi ogni giorno e l’unico spostamento consentito era quello dall’hotel alla pista” presso il Genting Secret Garden. “Abbiamo però avuto la possibilità di visitare il sito olimpico – all’interno dell’ex Shougang Industrial Park – in cui si svolgevano le gare di big air” rivela Filippo.

Finiti i Giochi Olimpici ci siamo fermati per le Paralimpiadi” in programma dal 4 al 13 marzo. “Ci siamo occupati delle piste di snowboard cross e banked slalom, disciplina esclusivamente paralimpica caratterizzata da un susseguirsi di curve paraboliche tra loro concatenate” (da 18 a 24) conclude il rider valdostano.

Giochi Olimpici Invernali Pechino 2022
Giochi Olimpici Invernali Pechino 2022

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