Uno ha alle spalle tre partecipazioni al Tor des Géants, l’altro, avendo avuto l’esempio del primo, si è ripromesso che mai avrebbe fatto una follia del genere. E invece…“Invece quest’anno il 4K ha dato la possibilità di gareggiare a coppie, così mi sono lasciato convincere”, scherza Matteo Stacchetti, 35 anni, ottimo ciclista e scialpinista. Il “veterano” della coppia è il padre, Pierino, 60 anni.
A Donnas sono di casa, si fermano a salutare ed abbracciare i parenti e gli amici che li aspettano lungo la strada prima della casa base. Sono acclamati e applauditi da molte persone che, dando un’occhiata alla posizione sul GPS, si sono date appuntamento attorno alle 18.30. I russi Andrey Antipinskiy e Maxim Vafin, che guidano la classifica a coppie, sono arrivati qui alle 17.37 e sono ripartiti meno di un’ora prima dell’arrivo di Pierino e Matteo, secondi, che di sicuro non abbandoneranno adesso le speranze. “L’importante è arrivare”, ripetono, ma nondimeno chiedono informazioni sui tempi dei russi.
“Dopo così tanti chilometri è normale avere qualche contrattura. Ci facciamo dare un’occhiata, un po’ di riposo e poi ripartiamo”, dice Pierino, senza dare l’impressione di patire eccessivamente. Matteo confessa di avere sofferto molto il caldo, soprattutto negli ultimi due giorni.
“Sabato ho avuto i crampi al Col Fenêtre, se non fosse stato per Matteo avrei abbandonato”, continua Pierino. “Io invece ho il problema che ho bisogno di dormire più di papà”, confessa Matteo, “quindi abbiamo cercato sempre una via di mezzo”.
Ad aspettarli a Pont-Saint-Martin per fare gli ultimi chilometri con loro prima del meritato riposo c’è la donna di casa, Gabriella Rey, moglie di Pierino e madre di Matteo. “Quest’anno ho fatto l’en plein, c’era anche mio fratello Sergio a fare il 4K, ma si è ritirato dopo Courmayeur”. Per lei averli entrambi in gara è rassicurante: “Gli altri anni ero ovviamente in apprensione per Pierino, ma sapendo che quest’anno è con Matteo mi sento molto più tranquilla”.
“Gli Stacchetti” si sono allenati insieme la domenica, quando potevano. Ammettono che, quando si gareggia in due, il ritiro è da un lato più probabile, perché basta che uno dei due abbia problemi per costringere anche l’altro a non portare a termine la corsa, ma di sicuro la forza di avere un’altra persona accanto è più forte degli acciacchi.
“Fare questa gara a coppie è un’esperienza unica. Se poi la fai con tuo figlio è il massimo”. Ma chi è che tira l’altro? Il mito greco di Anchise e Enea è capovolto: “Ah, è papà a tirare me, poco ma sicuro”, risponde Matteo senza indugio.