Federico Pellegrino all’Olimpiade della maturità con il sogno della medaglia

03 Febbraio 2018

È l’Olimpiade della maturità, quella che arriva al momento giusto, quando l’equilibrio tra potenziale fisico e crescita mentale raggiunge forse l’apice e permette di giocarsi al meglio tutte le carte: i 23 anni di Sochi 2014 non lo permettevano, e difficilmente lo permetteranno i 31 di Pechino 2022.

“Quattro anni fa ero alla mia prima esperienza alle Olimpiadi, e la mia testa era soprattutto rivolta alla gestione di un evento così importante, vivendolo come un’esperienza in ottica delle edizioni future”, dice Federico Pellegrino. “Non so se tra quattro anni sarò ancora competitivo per ambire ad una medaglia. Adesso lo sono e voglio cogliere questa occasione”. Chicco non si nasconde: vuole la medaglia olimpica, l’unica che manca al suo ricco paniere. Dallo sci di fondo era arrivata l’ultima gioia a cinque cerchi per la Valle d’Aosta, con il bronzo di Arianna Follis nella staffetta 4×5 km di Torino 2006, e dallo sci di fondo viene l’uomo delle medaglie valdostane, Marco Albarello, che vanta un oro, tre argenti ed un bronzo conquistati tra Albertville ‘92, Lillehammer ‘94 e Nagano ‘98.

Nella sua faretra il campione del mondo di sprint in carica ha tre frecce pronte, di quelle che valgono un sogno e che possono essere leggere come piume o pesanti come un fardello. C’è la staffetta, forse la meno plausibile: “Siamo un bel gruppo e abbiamo lavorato tanto insieme negli ultimi quattro anni. I risultati nelle distance non rispecchiano i veri valori di questa squadra, ma non partiamo battuti: la 4×10 km è una gara particolare e ci si può aspettare di tutto”. Poi c’è la team sprint, e qui, scongiuri a parte, la medaglia non è un sogno: Pellegrino ed il compagno di squadra, Dietmar Noeckler, non scendono da un podio di Coppa del Mondo o Campionati Mondiali da quattro anni.

A livello individuale, il ventisettenne di Nus sa di non partire tra i favoriti, perché la sprint di martedì 13 febbraio è a tecnica classica: “Statisticamente ho vinto di più in tecnica libera, ma il fatto di essere un outsider non per forza è uno svantaggio. Ci saranno tanti fattori in ballo: la pista, la neve, gli sci, le gambe. Gli avversari principali saranno i norvegesi e gli svedesi, che nelle ultime gare hanno dimostrato di essere in forma, con Klaebo una spanna sopra tutti: è fenomenale in tutto, diventerà uno degli atleti più forti di tutti i tempi in questo sport”. A Dresda, però, il norvegese ha incassato una doppia sconfitta proprio dall’azzurro, ed i riflettori saranno tutti puntati su di lui.

E Pellegrino come arriva a questo appuntamento? Gli ultimi risultati dicono di un’uscita di scena in qualifica a Planica per una caduta, come non gli succedeva dal 2013, ed un quarto posto a Seefeld già praticamente messo a preventivo: tanto carico sulle gambe, che non riuscivano più a girare, una sorta di investimento per essere pronti per l’appuntamento olimpico. E poi anche l’anno scorso, nell’ultima gara prima dei Mondiali di Lahti, Chicco aveva chiuso al quarto posto, e tutti ricordiamo come andarono quei campionati. “Scaramanzia a parte, quando abbiamo messo giù il programma della stagione, molto simile a quello dell’anno scorso per i Mondiali, l’avevamo immaginato esattamente così, escluso l’inconveniente di Planica. La tabella di marcia è stata rispettata, compreso lo strascico nelle gambe visto a Seefeld, ma per quello c’è il tempo di recuperare”. In Austria, peraltro, Pellegrino ha avuto un’altra occasione per sorridere, con il nono posto della sua compagna, Greta Laurent, alla miglior prestazione della carriera: un altro bel segnale per entrambi in questa vigilia pre-olimpica.

Tutto è stato studiato nel minimo dettaglio, e l’impegno del poliziotto valdostano è sempre il massimo, anche quando c’è da preparare un test sugli skiroll a giugno: un perfezionismo ed un impegno che lo hanno portato ad essere uno dei protagonisti mondiali dello sci di fondo, e che potrebbero continuare a dare soddisfazioni. Magari non a Pechino 2022.

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