Federico Pellegrino campione eterno: arriva l’argento nella sprint dei Mondiali di Trondheim

Chicco conquista la settima medaglia iridata al suo ottavo Mondiale, dopo l’esordio ad Oslo ben 14 anni fa. Vince Klaebo, bronzo a Vuorinen.
Federico Pellegrino sprint Mondiali Trondheim foto Pentaphoto
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Quattordici anni fa Federico Pellegrino metteva per la prima volta gli sci ad un Campionato Mondiale. Era il 2011, ad Oslo, e lui era un fresco 21enne che chiuse 12°. Ha dovuto aspettare due edizioni per vincere la prima medaglia, un bronzo in team sprint a Falun, ma soprattutto sei anni per quell’oro stratosferico nella sprint di Lahti. In mezzo un argento individuale a Seefeld, ed altri due argenti e un bronzo in team sprint, per un totale di sei medaglie. Fino ad oggi: a Trondheim, nel suo ultimo Mondiale, l’eterno Pellegrino lascia ancora una volta il segno vincendo la sua settima medaglia, l’argento nella sprint a tecnica libera, inaugurando così al meglio la rassegna norvegese. Un argento che conta come un oro, perché – manco a dirlo – a vincere è stato il padrone di casa Johannes Klaebo, che nel 2017 si stava affacciando nel panorama degli sci stretti con un bronzo nella gara vinta da Chicco (e che da allora ha vinto tutte le sprint mondiali), con il bronzo che è andato al finlandese Lauri Vuorinen al termine di una finale molto studiata ma già indirizzata. Qui i risultati.

“Sono la medaglia più vecchia tra Mondiali e Olimpiadi e ne sono orgoglioso”, ha detto Pellegrino alla FISI. “Sono riuscito a mettere in campo la miglior versione di me stesso, in una gara che non è solo forza fisica, ma anche e soprattutto mentalità. Ho fatto delle scelte durante la gara che mi hanno portato a fare il risultato che ho fatto. Prima dell’ultima curva, Klaebo era ancora a uovo mentre io pattinavo già e questo mi ha dato grande velocità. Ed è stato bello provare ad insidiarlo nel finale. Poi quando ho tagliato il traguardo è stato fantastico. Per la verità, già dopo la semifinale sono scoppiato in lacrime, perché era quella la batteria più tosta, quella da superare per forza. Poi, mi sarebbe rimasta solo la finale da godere. E così è stato”.

 

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Già la semifinale del valdostano valeva una finale: Klaebo, Pellegrino, Evensen, Jouve, Northug, Anger. Nomi da brivido, ma Chicco non si è fatto impressionare ed ha sfoderato un vero capolavoro, dando un segnale fortissimo a tutti i pretendenti, e arrivando secondo ad un soffio dal cannibale norvegese.

Il 34enne valdostano passa in semifinale con un quarto da brivido: batteria nervosa, con diversi contatti e scaramucce, e poco spazio per infilarsi, al punto che Pellegrino era quarto prima del rettilineo del traguardo. Il campione mondiale del 2017 ha dovuto sfoggiare tutta la sua classe nello sprint finale, vincendo il suo quarto davanti a Evensen e Anger, ripescato in maniera rocambolesca dopo una doppia caduta nell’ultimo quarto che ha messo fuori gioco Riebli e Stoelben in una batteria fino ad allora nettamente più veloce.

Esce ai quarti con il 28° posto finale Federica Cassol, unica azzurra qualificata (con il 23° tempo), inserita in una delle batterie più difficili da cui neanche Jessie Diggins è uscita indenne: passano Faendrich e Myrhe, più Del Rio e Rosensberg come lucky loser, a testimonianza della competitività della batteria, mentre la valdostana si stacca dal gruppo ed arriva a più di 7” dal tempo di ripescaggio. Fuori dalle qualifiche Nadine Laurent, 36ª a 2”20 dal 30° posto. L’oro è stato vinto dalla svedese Jonna Sundling, con argento alla norvegese Kristine Skistad e bronzo alla svizzera Nadine Faendrich. Qui i risultati.

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