Il figliol prodigo Luca Lancione torna nella famiglia Stade Valdôtain

Dopo otto anni tra Accademia, Settimo e Biella ed esperienze in serie A, “Lancio” torna nella società giallonera nell’anno del cinquantennale del rugby in Valle d’Aosta.
Luca Lancione
Sport

Come back to what you know”, cantavano gli Embrace nel lontano 1998. Ed un abbraccio per essere tornato è ciò che lo Stade Valdotain ha riservato ad uno dei suoi tanti figli prodighi, tornato in famiglia dopo aver calpestato l’erba dei campi di rugby delle serie superiori. Dopo otto anni, Luca Lancione è nuovamente un giocatore del sodalizio guidato da Francesco Fida, in attesa di una conferma della stagione agonistica, teoricamente al via domenica 7 marzo.

Otto anni lontano da casa, con l’esperienza in Serie A

“Con lo Stade Valdôtain ho giocato fino all’Under 16”, racconta Lancione, “poi a 17 anni sono andato a Torino nell’Accademia Federale. Per cinque anni ho giocato nel Settimo, tra Under 18 Elite e Serie B. Al mio terzo anno abbiamo perso le finali per salire in A contro il Noceto, ma ci siamo rifatti l’anno dopo contro il CUS Catania”. Un anno in Serie A con il Settimo (influenzato da uno strappo muscolare che lo ha tenuto lontano dai campi per un paio di mesi), e poi il passaggio a Biella, sempre in A, condito con la nomina a giocatore dell’anno della formazione piemontese nella sua prima stagione.

“La mia idea era quella di tornare comunque in Valle d’Aosta, otto anni in giro dai 17 ai 25 sono tanti. Diciamo che il Covid ha anticipato i tempi. Mi sono laureato in scienze motorie a Torino ed ora frequento un corso di massoterapia a Milano, ma il calendario del corso è stato rivoluzionato ed ora è tutto molto concentrato, quindi non sarei riuscito a conciliare con un impegno in serie A”. Il legame con lo Stade è rimasto sempre vivo, tra i contatti con Fida e papà Maurizio, anima della club house di Sarre, e qualche sgambata con i futuri (ed alcuni ex) compagni di squadra.

Ora Luca avrà un ruolo importante nei Leoni: “Porto a casa bei ricordi e belle esperienze, sia umane che tecniche, che spero possano essere importanti per la squadra. Ora bisognerà ritrovare l’entusiasmo di giocare e fare spogliatoio, perché non è facile amalgamare i giovani con i più “vecchi”, e spero di poter fare da collante. Però vedo già che in allenamento siamo tanti, e non è così scontato: allenarsi solo con la preparazione fisica, senza poter usare la palla e senza giocare, scoraggerebbe chiunque. Se il gruppo è unito, le potenzialità per fare bene ci sono”.

Un cordone ombelicale che non si taglia

Francesco Fida si dice felicissimo per questo nuovo innesto che conferma la filosofia della società giallonera: “Abbiamo sempre dato la possibilità ai ragazzi che avevano offerte di partire e fare esperienze diverse e di giocare in società di livello superiore. Serve a loro ma è positivo anche per noi, perché quando tornano sono un valore aggiunto. E la speranza è sempre che tornino, perché il cordone ombelicale non viene mai tagliato, né da loro né da noi”. Denis Majstorovic a Reggio Emilia in Eccellenza è il più blasonato, Alberto Duc a Biella è solo l’ultimo cronologicamente, ma i Leoni gialloneri in giro sono diversi. “Denis è stato il primo a cui ho mandato la foto del ritorno di Lancio e gli ho chiesto e tu? Siamo legatissimi a tutti loro e la cosa è contraccambiata, passano spesso a salutare o a darci una mano”.

Luca Lancione sarà una figura importante per lo Stade Valdôtain e non solo per la squadra: “È un bravo ragazzo e si è sempre fatto voler bene. Può essere un collante e dare vitalità allo spogliatoio, cosa fondamentale in questo periodo. In più torna con una laurea in scienze motorie e presto concluderà il corso di massoterapia, e queste qualità potranno essere utili”.

Luca Lancione e Francesco Fida
Luca Lancione e Francesco Fida

Un anno di transizione per lo Stade Valdotain

Non sarà facile tornare a giocare dopo un anno di stop, ma già il fatto di avere i numeri per allenarsi due o tre volte a settimana (agli ordini dei coach Stefano Ferrucci e German Parra e del preparatore atletico Antonio Drago) è indice dell’attaccamento dei giocatori allo Stade Valdotain. “Sarà perlopiù un anno di transizione per ritrovare stimoli, entusiasmo e ritmo partita e, soprattutto, per far crescere i giovani”, prosegue Fida. “Loro sono arrivati in un periodo particolare eppure continuano a metterci l’impegno, chapeau. Dobbiamo cercare di crescere a livello di numeri per essere pronti a vivere la stagione 2021-22 da protagonisti e magari pensare ad uno storica promozione in serie B. Possiamo raggiungere questi obiettivi anche grazie a Luca, magari il suo ritorno può far tornare la voglia ad altri che hanno mollato”. Il reclutamento, soprattutto nelle giovanili, sarà fondamentale, così come lo è stato il ruolo degli allenatori dei più piccolo finora, sempre pronti a mantenere vivi i giovani.

Il cinquantennale del rugby in Valle d’Aosta

“Un anno zero”, lo definisce il presidente dei gialloneri, che ha segnato e segnerà tutti, ma che ha dimostrato che lo Stade Valdotain non molla: “Abbiamo fatto diversi lavori al campo di Sarre, stiamo cercando di programmare diverse iniziative – dalla festa del rugby ai rugby camp, fino a raduni di squadre importanti – , consci che non sappiamo cosa potremo fare da qui a quest’estate. Il ritorno di Luca Lancione è un bel regalo nell’anno del cinquantennale del rugby in Valle d’Aosta”.

Nel 1971, infatti, nasceva il Rugby Aosta, prima società della palla ovale della nostra regione. “Potrà essere l’occasione per far riavvicinare tante persone al nostro movimento. Stiamo facendo un libro e probabilmente allestiremo una mostra fotografica. Sono fiducioso, questa brutta bestia non può averla vinta su cinquant’anni di passione”, conclude Fida.

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