L’omaggio alla Juventus di ieri a Châtillon

Tre giocatori simbolo delle passate generazioni juventine hanno salutato il pubblico a margine della "notte bianconera". Il ritiro è stata l'occasione, per il paese, di lasciare emergere l'anima più festaiola e amante del divertimento.
Roberto Tavola, Gianfranco Leoncini, Bruno Mazzia al ritiro della Juventus
Sport

Roberto Tavola, Gianfranco Leoncini, Bruno Mazzia. Nomi da figurine Panini, pezzi di storia del calcio italiano, tutti ex giocatori della Juve. Il ritiro dei bianconeri a Châtillon ha assunto delle sfumature Amarcord quando in piazza Duc, venerdì sera, sono approdati questi tre calciatori, che in epoche diverse hanno indossato con merito la maglia bicolore.
I più giovani tra i tifosi accorsi in Valle forse non li conoscevano, ma hanno potuto colmare la lacuna con una partita a calcio balilla, mentre lentamente la gente prendeva posto sulle panche messe di fronte al palco.
Dopo il piccolo show di un terzetto palleggiatori freestyle, che a ritmo di musica hanno fatto volteggiare il pallone è stato il momento, per i tre juventini d’antan, di accogliere l’omaggio del pubblico.
Tavola, ex Atalanta, nella Juve dall’80 all’85, ha avuto l’onore di indossare la mitica maglia numero 10 e di accompagnare la squadra alla vittoria di due scudetti e una coppa delle coppe. Era la Juventus di Trapattoni, futuro mister della Nazionale. Mazzia appartiene ad un’altra generazione di juventini, e anche lui ha avuto la sua razione di successi, assieme a lui la Vecchia Signora ha vinto due campionati. Classe ’41, detto il professore, ha giocato nella Juventus nei primi anni ’60, ma è stato anche nella Lazio e in nazionale. Leoncini, classe ’39, ha giocato per gran parte della carriera con la Juventus, nel ruolo di mediano, era una delle colonne portanti della squadra. Nel suo palmarès bianconero tre coppe Italia e tre campionati, tra il ’58 e il ’67.
I tre, sul palco, hanno raccontato i fasti e i dietro le quinte della squadra che appassiona milioni di tifosi in un’epoca differente, con toni velati di nostalgia, ma anche divertimento.
Nel salotto di via Duc, tra loro e gli spettatori si è creata un’atmosfera intima e piacevole. Intanto, tutto attorno, impazzava l’inizio della notte bianconera, conclusasi ore dopo. Il centro era presidiato da dj e musicisti che suonavano elettronica, hip hop, rock e canzoni, tra fumi di salsiccia grigliata e cibi da strada.
Una fiumana di gente brandizzata con i simboli della squadra campione d’Italia sciamava lungo le strade, in una babele calcistica e popolare perfetta come chiusura del ritiro valdostano della Juventus.
 

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