Nadir Maguet ce l’ha fatta: ha frantumato il record di salita e discesa dal Gran Paradiso di Ettore Champrétavy, completando la sua impresa in 2h02’32” (secondo il crono fatto registrare da Wedosport Live).
Il Mago è partito questa mattina alle 6.30 da Pont di Valsavarenche, a 1960 metri, per raggiungere la Madonnina in cima a quota 4061 metri dopo 1h29’34″ e rientrare alla base in poco più di mezz’ora: tempi incredibili, se si pensa agli oltre 2200 metri di dislivello positivo e circa 14 km su sentieri, rocce, pareti e ghiacciaio.
A tentare di assaltare il record con Maguet c’era anche Robert Antonioli, che ha impiegato 2h10’32”. Nel 1995 Champrétavy aveva impiegato 2h21’36”, 1h43’22” per arrivare in vetta. Da allora nessuno era riuscito a fare meglio.
Nadir Maguet e quell’abbraccio sul Gran Paradiso con Ettore Champrétavy: “È stato davvero emozionante”
Da un paio d’anni Nadir Maguet voleva sfidare il tempo, quello del cronometro e quello del calendario: abbattere un record sulle sue montagne valdostane. Il lockdown e la pandemia sono serviti anche a questo, dandogli il tempo di pensare e, vista l’assenza di gare, anche di preparare l’impresa. La prima scelta è ricaduta sul Gran Paradiso, tentando di intaccare il tempo di 2h21’36” impiegato da Ettore Champrétavy nel 1995: “Partire subito col Cervino sarebbe stato un suicidio”, racconta Nadir Maguet (facendo riferimento a quel record strappato sette anni fa da Kilian Jornet Burgada al padre dello skyrunning, Bruno Brunod, ndr) mentre si gode la soddisfazione dopo aver completato l’opera d’arte sportiva in 2h02’32”. “Il ‘GranPa’ si addice di più alle mie caratteristiche, con 2100 metri di dislivello e 14 km di lunghezza su terreno molto tecnico. Quest’anno ho iniziato ad andare di più in montagna e già tempo fa avevo fatto un’escursione sulla parete Nord”.
L’alpino di Torgnon, nei giorni precedenti, aveva fatto qualche giro di perlustrazione, trovando le giuste condizioni e tentando una salita spingendo forte, già migliorando di qualche minuto il tempo di Champrétavy per la salita (1h43’22”). E proprio il vecchio detentore del record è stato una figura importante nell’impresa di Maguet: “Gli avevo chiesto qualche consiglio e detto che mi avrebbe fatto piacere se fosse venuto anche lui. Era in cima alla Madonnina che mi aspettava e mi ha abbracciato, è stato davvero emozionante”. Champrétavy non aveva alcun dubbio sul potenziale del “Mago”: “Aveva pronosticato che avrei abbassato il record di 15-20 minuti. Ero molto perplesso, ma alla fine ha avuto ragione”.
Al momento della performance sportiva tutto è andato liscio, con uno stato fisico ottimale così come le condizioni meteo e del percorso. Giustamente, ora Maguet non pensa ancora ad altre sfide: “Sicuramente qualcosa ancora mi piacerebbe provare, ma diciamo che questo è stato anche un test per capire come funziona dal punto di visto organizzativo. Quando partecipi ad una gara, vai e parti, mentre in questi casi si mette in moto un meccanismo complesso: devi pensare da solo a chi contattare per la sicurezza, per i rifornimenti, per le foto ed i video, per i comunicati stampa. Muovi tante persone e questo mette su di te più aspettative e più tensione”.