“The Last Dance” di Federico Pellegrino: “Smetto qualcosa che amo, accetto la lacrimuccia che ogni tanto scende”

Il campione valdostano si racconta in vista del suo addio alle gare, tra ultime volte, Olimpiadi, Campionati italiani e sogni (d'oro) per il futuro.
Coppa del mondo di sci di fondo Cogne Foto di Nicole Jocollé
Sport

L’ultima stagione. L’ultima preparazione estiva, gli ultimi raduni, “l’ultima sciatina del mercoledì pomeriggio al buio qui a Muonio, con la neve appena caduta, quella sensazione di scivolamento che amo e quella leggerezza mentale di questo periodo dell’anno”. Tante ultime volte “vissute con un po’ di malinconia”, tante porte che si chiudono ma anche che si aprono, tessere di un mosaico che ha fatto la storia dello sport, e non solo. Per Federico Pellegrino quella che sta per iniziare è l’ultima stagione della sua carriera, “the Last Dance”, quella che rompe la “routine” degli ultimi anni.

Chicco è in Finlandia per le prime gare FIS (quinto nella sprint di venerdì), in vista del debutto in Coppa del Mondo con il Ruka Triple in programma dal 28 al 30 novembre. In mezzo, il tradizionale saluto del Fan Club mercoledì 19 novembre a Nus, che sarà preceduto dall’incontro con la popolazione per presentare i lavori in vista dei Campionati italiani di Saint-Barthélemy, il “Gran Finale” di Chicco.

 

“Smetto qualcosa che amo, accetto la lacrimuccia che ogni tanto esce”

“Smettere è una mia scelta, che faccio in funzione di un desiderio che sento sempre più forte e che ha sicuramente un peso maggiore rispetto all’eventualità di continuare, che è quello di passare più tempo con la mia famiglia, con Greta e i nostri due figli Alexis e Fabien”, si confessa Federico Pellegrino. “Però non posso neanche dire ‘Tutto bello, sono tranquillo, sereno’. Quello che smetto mi piace tanto. Non è come spesso accade, soprattutto in questo sport, con atleti che smettono perché le gambe non vanno più, i risultati non arrivano, e magari finiscono con l’odiare le trasferte, i viaggi, gli allenamenti, le gare. Io amo ancora tutto questo. Quindi accetto anche la lacrimuccia che ogni tanto ha voglia di uscire, e a volte ci riesce anche”.

“Alle Olimpiadi sogno una medaglia a squadre”

Proprio questo amore è il “segreto” di una longeva vita agonistica costellata di due argenti olimpici, sette medaglie mondiali tra cui un oro, due Coppe del Mondo in sprint, 21 vittorie totali in Coppa (la prima a Davos nel lontano 2014), ed ancora tanto filo da torcere agli avversari più giovani (la passata stagione, a quasi 35 anni, ha chiuso quarto in classifica generale). Un palmarès che il poliziotto di Nus vorrebbe arricchire con le Olimpiadi casalinghe di Milano-Cortina, “ma devo prima meritarmi il posto. Voglio andare avanti step by step e ascoltare il mio corpo. La selezione interna non sarà una passeggiata, perché il livello medio, soprattutto maschile, si è alzato parecchio e ad ora abbiamo cinque posti come sci di fondo maschile per tutte le Olimpiadi. Se la mia condizione fisica fosse la stessa di febbraio 2025, sicuramente proverei a far bene tutte le gare, tranne la 10 km. L’occhio di riguardo, però, sicuramente è alle gare a squadre, che saranno racchiuse in quattro giorni”.

Chicco parla da capitano vero, da chi negli ultimi anni ha fatto un po’ da chioccia per guidare un gruppo che faticava ad ottenere risultati e che lasciava un grande interrogativo: che futuro c’è per lo sci di fondo italiano dopo Federico Pellegrino? Ora il gruppo ha dimostrato di essere cresciuto. “Il mio più grande obiettivo ad ora è che l’Italia vinca una medaglia in un evento a squadre, a prescindere dall’esserci io all’interno del team, anche se ovviamente voglio esserci. Perché garantirebbe una legacy anche dopo Pellegrino, oltre che dal punto di vista dell’appeal per questo sport, anche nella testa dei miei attuali compagni di squadra che si ritroveranno senza di me e che, con un risultato di quel tipo, avrebbero la consapevolezza di poter continuare a stare ad alti livelli”.

E poi? Campionati italiani, studi e…nuovi sogni d’oro

Tra le Olimpiadi e il “cosa farai da grande” ci sono i Campionati italiani di Saint-Barthélemy, dal 27 al 29 marzo 2026. La chiusura perfetta del cerchio, sulle sue piste, quelle dove tutto è iniziato e dove ancora oggi torna regolarmente a fare qualche Gran Tor o a macinare chilometri tra le sue montagne. “Ho investito tanto tempo su questo evento, ora il comitato organizzatore sta iniziando a prendere forma e a lavorare”, spiega Pellegrino. “Mi immagino una bella festa, anche perché coinvolgerà lo sci di fondo nazionale e regionale, la comunità di Nus e della Valle d’Aosta intera, e qualche ex compagno di avventure in gara. Sarà un bel modo di concludere, nel posto più speciale”.

E poi? Il punto fermo è voler passare tanto tempo con la famiglia, quindi per ora Federico Pellegrino esclude alcuni ruoli ed attività che lo terrebbero di nuovo lontano da casa per lunghi periodi, anche se sicuramente si dedicherà alla formazione sia a livello tecnico/sportivo che universitario: “Nell’autunno 2023 ho cominciato un corso di laurea in Economia e Management alla LUISS a Roma, facendo io parte del programma LUISS Top Athletes. Continuerò ad essere rappresentante atleti in Consiglio Nazionale CONI e nel comitato direttivo della Commissione Atleti, quindi sicuramente le mie discese a Roma saranno più frequenti dal punto di vista della politica sportiva e anche per quel che riguarda gli studi, perché gli esami li do sempre in presenza”.

Il sogno vero, però, si chiama De Goldene Traum (appunto, “sogno d’oro” in titsch), un Alpine Lodge a Gressoney-Saint-Jean che vedrà la luce nell’estate 2027. “Con Greta avevamo questo sogno nel cassetto da qualche anno e adesso sta partendo. Ad oggi c’è solo uno scavatore che sta iniziando a predisporre il terreno, visto che sta facendo bel tempo sta iniziando a fare qualcosa”.

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