Ultimo atto del TORX, domani oltre 500 runner per il Passage au Malatrà

Gli iscritti sono 540, che si dovranno confrontare con un percorso lungo 30 chilometri con 2.300 metri di dislivello.
Tor30
Sport

L’ultima gara in programma tra quelle del circuito della settimana del Tor sarà il Tor 30, un percorso che dà la possibilità anche a chi non affronta distanze più lunghe di transitare per il Colle del Malatrà e poter ammirare il Monte Bianco in tutto il suo splendore da quella finestra naturale che è diventata un vero e proprio simbolo del Tor des Geant. La partenza è fissata alle ore 10 di sabato 17 settembre da Saint-Rhémy-en-Bosses.

Gli iscritti sono 540, che si dovranno confrontare con un percorso lungo 30 chilometri con 2.300 metri di dislivello.

Sarà una gara emozionante anche dal punto di vista della competizione sportiva, con nomi altisonanti che promettono battaglia dal primo all’ultimo chilometro. Nella gara maschile ci sono infatti due precedenti vincitori della corsa, dal primo trionfatore Davide Cheraz a quel Sébastien Poésy che l’anno scorso ha fatto registrare il record in 2h46’32”, ma anche lo specialista dello skyrunning Tadei Pivk ed i due valdostani che l’anno scorso hanno completato il podio, cioè Elwis Pieiller e Mattia Droz.

Vedremo delle scintille anche nella gara femminile, in particolare nella sfida stellare tra Giuditta Turini, record l’anno scorso in 3h25’36” e fresca campionessa del mondo di skyrunning, e Fabiola Conti, argento agli europei di skyrunning nel novembre 2021 e campionessa italiana della specialità. A puntare al podio ci sono anche le tre forti valdostane Stefania Canale, terza l’anno scorso, Elisabetta Negra e Giada Macrì.

Il tempo limite per concludere la gara è di 8 ore, allo scoccare delle 18: per tutta la giornata di sabato, quindi, al Jardin de l’Ange nel pieno centro di Courmayeur ci sarà una enorme festa, con gli arrivi anche degli ultimi atleti di TOR330 e TOR450. Le premiazioni per tutti saranno domenica alle 11 al Parco Bollino.

Intervista a Giuditta Turini

Giuditta Turini – PH Roberto Roux

Tra i partenti in questa edizione ho voluto fare qualche domanda (prima della sua vittoria ai mondiali di Skyrunning) ad una delle protagoniste al femminile che sarà al via sabato 17 settembre, Giuditta Turini.

Vincitrice al femminile della scorsa edizione, con un sesto posto assoluto in classifica e un tempo di 3:25:26, Giuditta torna anche questo anno per mettersi alla prova e tentare nuovamente la vittoria.

Come prima cosa vorrei chiederti come ti stai preparando in vista della Bettelmat Ultra Trail, a cui parteciperai come portacolori italiana ai mondiali di skyrunning e come gestirai il recupero visto che il Tor 30 è proprio a ridosso di questa gara.

“Purtroppo quest’anno sono stata un po’ sfortunata. Ho avuto qualche problema fisico che non mi ha permesso di allenarmi come avrei voluto. Tengo molto a partecipare alla Bettelmat Ultra Trail seppur consapevole del fatto che la mia preparazione fisica non è allo stesso livello di quella dell’anno scorso quando ho disputato i mondiali in Spagna. Mi piace però mettermi in gioco e vedere il mio stato di forma confrontandomi con quelle che considero delle vere atlete provenienti da altre nazioni.

Per quanto riguarda il recupero non so come riuscirò a gestirlo in vista del Tor30, soprattutto perché tornerò sabato e da domenica sarò impegnata a seguire Franky notte e giorno lungo il suo TOR. Sarà sicuramente una settimana molto intensa, almeno questo è quello che spero, ma fa parte del gioco!

L’anno scorso, complice la vittoria di Franco ed il bel tempo, nonostante un po’ di stanchezza fisica dovuta agli spostamenti vari per seguire la sua gara, mi sono divertita molto al Tor 30 e spero di poter fare lo stesso quest’anno.”

Oltre alla vittoria al Tor 30 puoi vantare un primo posto anche al Tot Dret per cui ti chiedo su quali tipi di gare ti piace confrontarti maggiormente, se sulle gare di Ultra oppure su gare corte e veloci come appunto il Tor 30?

Devo dire che fino al 2020 ti avrei detto che preferivo sicuramente le gare ultra, ma dall’anno scorso ho avuto il piacere di provare anche delle belle sensazioni su gare più corte.

La cosa fondamentale per me è trovare un sentiero tecnico perché più lo è più io mi diverto: mi sento come all’interno di un un parco giochi!

/span>Porto come esempio il trofeo KIMA che ho corso il 28 agosto: nonostante le mie condizioni fisiche non buone, causa una settimana passata a letto prima della gara, la ricordo come la gara più bella dell’anno, proprio perché molto tecnica e impegnativa.

La domanda è d’obbligo, hai mai pensato di ritentare con il Tor des Geants?

Ho già provato a partire per ben due volte ma credo proprio che non sia la gara che fa per me! Mi rendo conto che arrivata ad un certo punto in cui quando inizia la vera fatica ed il divertimento passa un po’ in secondo piano la mia testa si blocca. Anche se non si direbbe fondamentalmente mi considero pigra e se vedo che la fatica è troppa raggiungo un punto per me insuperabile. Per ora il mio limite è 170/180km quindi per ora niente TOR. Non mi dispiacerebbe però rifare il Tot Dret per provare a migliorarmi perché in fondo è stata la mia seconda gara mai fatta ed ero inesperta a quel tempo per cui sono sicura che qualcosa potrei provare a migliorare!

Quale consiglio vuoi dare a chi si avvicina alle gare di Trail e quale dritta avresti voluto avere e non ti è stata data quando tu hai cominciato?

Non mi sento all’altezza di dare tanti consigli a nessuno perché non mi sento una vera atleta ma sono solo una grande appassionata.

L’unico consiglio che posso dare è di fare ciò che realmente ci fa star bene e non per ricevere like postando la foto su Instagram il giorno dopo la gara. Bisogna ascoltare il proprio corpo ed è fondamentale in questo sport! Se si ha male da qualche parte ci si deve fermare e cercare di capire il motivo, mentre quando si sta bene si deve provare a dar tutto per poter raggiungere gli obiettivi prefissati.

Concludo con una classica domanda a cui ogni trail runner prima o poi deve rispondere: perché ti piace correre su lunghe distanze?

Amo correre le lunghe distanze perché stare in mezzo alla natura per tante ore ti rigenera e ti da un senso di libertà immenso.

Ammetto che sì, un po’ di fatica bisogna farla, ma tutto viene ripagato dalla bellezza che ti circonda.

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