I rifugi valdostani avevano da poco inaugurato ufficialmente l’inizio della stagione estiva, prima che il maltempo della scorsa settimana provocasse danni che, per alcuni, si fanno ancora sentire.
È il caso del Rifugio Aosta a Bionaz, reso irraggiungibile da una frana le cui immagini hanno impressionato.
“È stato impressionante sì, dall’alto vedevo la morena che veniva giù”, racconta Diego Bosonin, gestore del Rifugio Aosta. “Il rifugio per fortuna non ha subito danni, ma ora siamo chiusi perché non si può arrivare. Bisognerà trovare un nuovo passaggio, domani andrò a fare un giro a piedi perché fino ad ora era tutto sabbie mobili”. Quando è arrivato il maltempo, sabato, all’Aosta c’erano 23 ospiti: “Ci hanno chiamati domenica mattina da giù dicendoci che più a valle i ponti dopo il Rifugio Prarayer erano tutti crollati”, continua Bosonin. “Gli ospiti sono comunque andati a fare un’escursione, finché non ha iniziato a rannuvolarsi molto di nuovo, poi lunedì ci hanno evacuati con l’elicottero”. Lo spirito montanaro di Bosonin non lo abbandona neanche in questi casi: “È un bel problema, ma non è la prima volta che capita in 10 anni che sono lì. Finché sei al caldo, c’è da mangiare e nessuno si è fatto male, va bene anche così”.
Quelli alla morena non sono gli unici danni che i sentieri di Bionaz hanno subito. La parte alta dopo il Prarayer è tagliata fuori dalla caduta di due ponti, quello per il Rifugio Aosta e uno per la Valcournera, dove passa il Tour du Cervin. “Ci sono problemi anche con un attraversamento nel sentiero per andare verso il Nacamuli, che è comunque aperto, e il Col Collon”, spiega il sindaco di Bionaz, Valter Nicase, “e per andare a Montagnayes, dove ora c’è la monticazione dei manzi, oltre ai problemi con le prese d’acqua degli alpeggi e la viabilità rurale. Spero che con il fine settimana diminuisca l’acqua e si riesca già ad intervenire”. Per quanto riguarda il sentiero per il Rifugio Aosta, Nicase ipotizza che “si potrebbe rispolverare il vecchio tracciato, un percorso attrezzato con catene che era stato chiuso perché troppo vicino al fronte del ghiacciaio che scaricava. Ora il fronte si è spostato di qualche centinaio di metri, ma bisognerà valutare con un geologo”.
I rifugi di Cogne non mollano
Nonostante l’inferno che si è scatenato sabato e i danni successivi, i due rifugi di Cogne, il Grauson e il Sella, non hanno mai chiuso. Fino a questa mattina il Grauson era raggiungibile solo dal Colle Invergneux e dal Col de Saint-Marcel, ma isolato da Gimillan per la caduta di un ponte e l’impraticabilità di un altro. “I due ponti sono alternativi, uno è stato liberato e quindi il sentiero è tutto percorribile, anche se ovviamente non è in condizioni normali, quindi sono necessarie alcune accortezze”, spiega Francesca Zanivan, la titolare. Il sentiero è eroso, si sono formati dei canaloni, ma almeno i cognein e gli eventuali turisti rimasti possono raggiungerlo. “Questa mattina c’era una coppia di stranieri arrivati dall’Invergneux che avevano la macchina ad Aosta, ho dovuto farli andare a Saint-Marcel, anche se è molto lungo. Da Gimillan si può arrivare a Pila dal Col Garin o Tsa Sèche, ma appunto stamattina non si poteva arrivare alla frazione. Dalla parte di Les Laures non so come sia la situazione, il Colle Arbolle non lo consiglio per ora perché c’è troppa neve e non è un percorso facile”.
La struttura non ha subito danni, anzi elettricità e acqua sono sempre state disponibili perché il rifugio è autonomo. “Fin da subito avevamo la percezione che il temporale fosse fuori dal normale, sia per l’intensità che per la durata, dalle 13 fino a sera”, racconta ancora Zanivan, “ma eravamo in sicurezza, anche perché non ci sono canaloni o corsi d’acqua vicini, e fortunatamente in struttura non c’era nessuno. Lunedì abbiamo poi evacuato i dipendenti. Spero che sia stato un evento eccezionale e non diventi la normalità, lo speriamo tutti. Sarà una stagione particolare, ma ci riteniamo più che fortunati. Devo poi ringraziare tutti i volontari che hanno liberato il ponte”.
Anche Jean Mappelli del Rifugio Sella tiene aperto, “se dovesse arrivare qualcuno…”. Al rifugio si arriva con una passeggiata di un’ora e mezza da Valnontey. Anzi, si arrivava. “Ci sono state grandi colate sul sentiero, che è sparito in due o tre punti, ma soprattutto manca un ponte molto importante”, dice, sottolineando come questo ponte sia fondamentale anche per il bestiame che deve andare in alpeggio. Lui si è armato di pala e picco e domani andrà a fare qualche disgaggio, “ma ci vorrà l’intervento della forestale, anche se so che le priorità in questo momento sono altre”.
Al Sella stanno già arrivando molte disdette su luglio, mentre agosto tiene ancora: “Il problema è che stanno cancellando quelli che fanno le Alte Vie, e questo si ripercuote poi sulle strutture delle altre vallate, perché la gente decide di annullare del tutto il loro trekking e di spostarsi in altre regioni. È una catena che penalizza tutti e rischia di diventare più grossa di quella che è, perché ci perde l’intera Valle d’Aosta, anche come immagine”. Il Col Lauson e il Colle della Rossa sono raggiungibili, i sentieri sono a posto, mentre nella bassa Valnontey la situazione è brutta. “Oggi c’è stato l’incontro con i vertici regionali, mi sono sembrati molto bendisposti, è un piacere vedere che c’è la volontà e l’impegno, anche se ci vorrà molto tempo”.
La situazione di rifugi e sentieri nel resto della Valle
Le vie d’accesso per il Bivacco Borroz, in Val Clavalité a Fénis, sono interrotte, ma al momento non sono note altre grandi criticità, come dice anche Andrea Benedetti, referente Adava per i rifugi. “So che al Vittorio Emanuele ci sono stati dei problemi con gli argini del laghetto, ma niente di grave. Anche io qui allo Chabod ho avuto qualche problema con l’acquedotto e una centralina, ma ho già risolto tutto a mano. Per il resto, oltre al Rifugio Aosta, non sono a conoscenza di altro”.
Anche per quanto riguarda i sentieri, il coordinatore del dipartimento risorse naturali e corpo forestale dell’assessorato regionale all’agricoltura, Paolo Oreiller, spiega che è ancora presto per avere il polso della situazione: “La situazione è in evoluzione, con la prossima settimana dovremmo avere qualche informazione in più, che pubblicheremo sul sito del Catasto dei sentieri. Di sicuro se qualcuno vuole fare un giro in montagna deve informarsi bene e mettere in conto che ci possono essere dei problemi, che si aggiungono ai possibili nevai dovuti alle abbondanti nevicate delle scorse settimane”.