Presenze numerose, soggiorni più lunghi e ritorno della clientela straniera: tirando provvisoriamente le fila della prima metà di questa stagione estiva 2022, è tanta la soddisfazione espressa da albergatori e comprensori dell’Alta Valle.
Courmayeur
Reduce dai disagi idrici causati dalla frana che, nella serata di venerdì 5 agosto scorso, ha colpito la Val Ferret, il comune di Courmayeur non ha mancato di risentire degli effetti avversi apportati dalla calamità sull’afflusso turistico.
“Inutile negare che si sia trattato di un evento decisamente negativo, il quale ha inizialmente condizionato in maniera pesante il nostro lavoro provocando partenze anticipate e cancellazioni di prenotazioni, salvo poi risolversi celermente e senza drammatici strascichi grazie soprattutto alla prontezza e alla professionalità degli interventi svolti nel breve tempo”, commenta Alessio Berthod, delegato Adava del comprensorio di Courmayeur. “Oltre all’immediato rifacimento dell’impianto e alla veloce rimessa a disposizione dell’acqua, un plauso merita anche la gestione interna dell’emergenza da parte delle strutture del territorio, capaci di pensare a soluzioni e strategie per arginare le perdite quali per esempio la chiusura temporanea di spa e zone relax le cui risorse idriche sono in seguito state convogliate altrove”.
Anche a scapito di qualche disdetta tardiva nel mese di settembre dovuta a timori e incertezze generati dallo smottamento, la stagione estiva a Courmayeur pare in netta ripresa e crescita sino alla chiusura prevista in concomitanza con il Tor des Géants.
“Con la ripresa del Tour del Monte Bianco e la natura del paese quale luogo di transito per molti stranieri che vi soggiornano prima di recarsi al mare, siamo partiti con un mese di giugno valido come non ricordavamo sin dalle estati antecedenti l’epidemia di Covid, accogliendo tanto le famiglie delle cosiddette settimane verdi quanti gli sportivi specificatamente interessati ai trail, che ospiteremo a partire dall’ultima settimana di agosto e sino alla prima decade di settembre”, dichiara Stefano Cavaliere, direttore dell’Hotel Gran Baita e presidente degli albergatori del comune, che come molti colleghi di categoria ammette di risentire del recente aumento dei costi di materie prime e fonti energetiche. “Nell’attesa di un ritorno a parametri accettabili, continuiamo ad affidarci al gruppo di acquisto attivato sei anni fa dall’Associazione albergatori locale che mette in concorrenza i fornitori di gasolio, pellet e gas liquido e che mensilmente contatta gli oltre cinquecento professionisti della regione concordando con i vari venditori un prezzo accettabile per tutti”.
La Thuile
Tra il copioso flusso dei weekend e lo scarso movimento della settimana, anche il bilancio tracciato a La Thuile pare apprezzabile benché tuttora incerto e inabile a pronosticare l’andamento di due mesi che, come agosto e settembre, risultano soggetti all’incognita delle prenotazioni last minute.
“Personalmente ho potuto constatare che, nonostante la vasta presenza di clienti favorita in modo particolare dalle alte temperature che invogliano alla permanenza in montagna anche durante la bassa stagione, i periodi di soggiorno hanno subito un accorciamento“, osserva il delegato Adava del comprensorio locale, Glauco Falzone. “Differentemente dalla continuità che connotava gli anni passati, ora le persone preferiscono spezzare in più parti le proprie vacanze trascorrendo momenti al mare, nelle città d’arte o in montagna, quest’ultima rivalutata e riaffermatasi a seguito della pandemia come meta di evasione dalle restrizioni e di maggiore libertà di movimento e interazione”.
Apprezzabile anche il ritorno della clientela dall’estero, che ha saputo ripopolare La Thuile di lingue e culture differenti nonostante i lievi incrementi dei prezzi e le problematiche legate ai costi di gestione delle singole strutture ricettive e ristorative.
“Anche se il novanta percento dei turisti che abbiamo accolto è stato di nazionalità italiana, abbiamo registrato, accanto all’inspiegabile calo dei turisti inglesi, arrivi dei canonici francesi e belgi nonché di inaspettate famiglie americane e gruppi tedeschi e olandesi, un afflusso sinora sconosciuto alla Valle d’Aosta a causa della scarsità di informazione turistica sulla nostra regione, che molti hanno potuto conoscere tramite un giornale belga”, racconta il direttore dell’Hotel Le Miramonti, John Sedda. “Con l’esclusione del raddoppio dei prezzi del quale stiamo tuttora cercando di arginare le conseguenze senza tuttavia influire sulle nostre prestazioni e i relativi costi, il problema più rilevante riscontrato quest’anno è quello della mancanza di personale tra cucina e sala, che, anche a scapito di costanti ricerche e colloqui attivati sin dalla primavera con scuole e privati, impone forti limitazioni agli standard qualitativi del nostro albergo poiché ci costringe ad assumere personale non del tutto qualificato e da formare”.
Pré-Saint-Didier
Altra meta particolarmente gettonata dell’Alta Valle, soprattutto per coloro che vogliono ritagliarsi momenti di relax e immersione nel verde, Pré-Saint-Didier pare aver quest’anno eguagliato gli splendidi risultati del passato 2019, in un clima di rapida ripresa dopo i due anni di incertezza dovuti a pandemia e restrizioni.
“Con l’allentamento delle misure e della morsa della paura sui turisti sia italiani che stranieri, finalmente si torna a viaggiare superando i confini del proprio paese e affrontando preoccupazioni e timori legati al contagio, che spesse volte nella nostra struttura avevano fortemente limitato talune proposte tra le quali le saune”, spiega la direttrice del centro benessere Giada Di Lallo. “Grazie all’apertura tardiva delle scuole e speriamo al bel tempo, saremo in grado di infondere una certa continuità alla nostra affluenza, richiamando tanto coloro che desiderino trascorrere in Valle d’Aosta soltanto un fine settimana quanto coloro che sperano in una vacanza a prezzo più contenuto perché lontano dal clou della stagione”.