Ultimo saluto ieri da parte di familiari, amici e dell’Anpi ai partigiani Guido Viola e Pietro Sentieri. Nel ricordare il coraggio e sacrificio di questi due uomini, l’Anpi VdA durante le esequie ha evidenziato che “non è stato inutile, ma ci ha concesso quasi ottant’anni di pace e di relativa libertà. E se adesso le cose stanno rapidamente cambiando e assistiamo alla riaffermazione dei disvalori e di una mentalità che ci eravamo illusi sconfitta e superata per sempre, ci rimane il Loro Grande Esempio, come un faro nell’oscurità e nella tempesta.”
Guido Viola “Barriera”
E’ nato a Rosières-Aux-Saline (Francia) il 7 luglio 1925. Lavorava alla Cogne e il 16 giugno 1944, prima del turno del pomeriggio, un collega lo ha fermato dicendo che i fascisti lo cercavano, insieme ad altri, per mandarlo in guerra. Raggiunse quindi la banda di Gracchini a Trois Villes. Dopo poco, con altri compagni della banda si spostarono a Cogne perché lì c’era un laboratorio di armi tenuto da Antonio Arizio e Ernest Breuvé e Guido serviva visto che alla Cogne era diventato un bravo saldatore. Barriera ha partecipato a diverse azioni, ma ricordava sempre con dolore quel 18 luglio 1944, quando volevano minare la strada sotto il castello di Sarre e furono scoperti dai fascisti. Iniziò un duro scontro a fuoco dove venne ferito Arturo Verraz. Caricato poi sul loro mezzo e portato a Cogne, dove, dopo due giorni di agonia, morì. Era la prima volta che andava così vicino alla morte.
Rimase con tutta la banda a Cogne fino al 2 novembre 1944, quando Cogne fu occupata dai nazi-fascisti e così la banda Artuto Verraz scappò in Francia. Li furono messi a lavorare e i primi di maggio riportati in Italia. Al rientro la città di Aosta era in festa e Guido ricordava sempre l’abbraccio con il padre davanti alla caserma. Negli anni con l’ANPI è spesso venuto nelle scuole e riusciva ad attrarre con interesse i ragazzi. I suoi racconti non erano eroici, spesso parlava del coraggio dei suoi compagni, del medico Mancini, degli Elter e di Canova, ma quando vedeva calare l’attenzione dei ragazzi si metteva a raccontare aneddoti simpatici per attrarre la loro attenzione.
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Pietro Sentieri “Saetta“
Nato a Genova l’8 dicembre 1927, ha vissuto a Cerreto Alpi (RE), dove la tua famiglia aveva teneva l’albergo La Gabellina. Suo padre Giovanni era un socialista e fin da subito aveva subito gli attacchi squadristi e l’olio di ricino e così sia lui che suo fratello entrarono in banda. Aveva 16 anni e per il primo anno, si unì alla 144^ BG, presso il distaccamento comandato da Gasparre Cattelani, un insegnante, suo compaesano. Sopra il Passo di Cerreto, nell’appennino reggiano ha passato questi primi mesi, spostandosi di continuo, lavandosi in ruscelli e fontane, riempiendosi di pidocchi e subendo la fame. Successivamente è entrato nella IV BG Apuana sotto il comandante Benassi dove ha partecipato a molte azioni con il nome di “Saetta”. Una buona scolarizzazione e una mente brillante lo hanno portato dopo l’avviamento a diventare perito industriale facendo due anni in uno. La meccanica era la sua passione. Dopo essere cresciuto velocemente a causa della guerra, nel 1947 è morto suo padre e ha dovuto aiutare tua madre per risollevare le sorti dell’albergo facendo trasporti con un vecchio camion residuato bellico che era riuscito a sistemare. La passione per la meccanica infine lo portò a diventare capo-sezione all’ILSSA Viola e poi a riparare e preparare biciclette per gli atleti. Una passione che ha coltivato fino alla fine.
Una risposta
Riposate in pace, baluardi della nostra democrazia!