Tre mesi fa, a maggio, compì 100 anni, e venne preparata per lui una gran festa, con la partecipazione di tantissimi amici e rappresentanti delle Associazioni che lui aveva onorato stando al loro fianco. “Con voce limpida di giustizia e mente acuta”, ricorda l’Anpi Valle d’Aosta.
Così un emozionato Giulio De la Pierre, il partigiano “Livio”, classe 1921, passò il traguardo del secolo per poi spegnersi qualche giorno fa, lo scorso 21 agosto, e che lunedì è stato salutato dalle comunità di Borgofranco e Gressoney-Saint-Jean.
La sezione valdostana dell’Anpi lo ricorda così: “Testimone sempre presente ha spesso portato le sue parole di saggezza, la sua umanità e il suo impegno civile che mai è venuto meno nell’affrontare le vicende italiane ed internazionali”.
Un ricordo che fa il paio a quanto affermava lo stesso De la Pierre: “Sono convinto che la memoria delle resistenze e delle liberazioni che illuminano il nostro passato arricchiscano le lotte odierne per fermare la deriva distruttiva che sembra prevalere nel mondo globalizzato e aiutino a costruire un mondo migliore, più umano, più solidale e più giusto”.
Parole che il partigiano “Livio”, ha affida ad un quaderno edito dall’Anpi, e che traccia il segno di un impegno che – scrive l’Associazione – dagli anni della sua gioventù mai ha avuto soste né tentennamenti.
“Il racconto della sua vita partigiana ci rivela gli aspetti della scelta che portò lui e tanti uomini e donne al rifiuto della dittatura e alla Lotta di Liberazione. Ed ecco allora la confusione dell’8 settembre, lo sguardo lucido sulla formazione delle prime bande partigiane in Valle d’Aosta, i retroscena degli attacchi, i rastrellamenti, le battaglie, la gioia della Liberazione”, chiude la nota dell’Anpi, nello stringersi in “un forte abbraccio alla moglie Maria, alla figlia Luisa, al nipote Nicola e a tutta la sua famiglia”.