Un sorriso che insieme alla sua fisarmonica lo hanno contraddistinto fino alla fine. La scomparsa di Flavio Boverod ha lasciato un vuoto culturale, professionale e umano enorme nella comunità valdostana.
Ma quello che dà la misura della bella persona che era è che a stringersi attorno alla sua famiglia non è stato solo quel mondo musicale che Flavio aveva tanto influenzato con la sua grande esperienza, ma anche una buona fetta di persone che lo conoscevano per tanti altri motivi, tra cui il suo lavoro di agente di commercio, come ricorda Federico Cabraz, frontman de I ragazzi del Villaggio, orchestra con la quale Flavio aveva ripreso a suonare nel 2019 dopo poco meno di 10 anni di stop: “Per me Flavio era una persona unica. Mi stringeva a lui un legame non solo di passione per la musica, ma anche di lavoro, è stato grazie a lui se sono diventato agente di commercio e come in tutto il resto anche in questo lui ci metteva tanta passione e gioia. Per quanto riguarda la musica va detto che sicuramente, in Valle, lui è uno di quei musicisti che più di tutti ha saputo portare professionalità e serietà e soprattutto la sua impronta era inconfondibile. Il suo stile era diverso da quello di tutti gli altri, lui non era un musicista folk come la maggior parte di noi, lui faceva liscio di ispirazione piacentina, più alla Bagutti e per questo aveva una visione e una profondità molto più ampia”.
La professionalità di Boverod è un tratto distintivo che nel tempo tutti i suoi colleghi hanno sempre ribadito, ma a questo si accompagnava un “carisma incredibile fuori e sopra al palco – ricorda ancora Cabraz – , infatti il suo nome era conosciuto e riconosciuto in tutta la regione ma non solo. Diciamo che era un nome che in una orchestra faceva la differenza; quando venne a suonare con noi (I ragazzi del villaggio, n.d.r.), per noi fu un colpaccio oltre che un onore immenso sapere che dopo anni di inattività ufficiale avrebbe girato i palchi con noi. Abbiamo imparato tutti molto da lui e con lui”.
Malato da tempo, ma sempre sorridente e tenace, Flavio aveva affrontato la malattia sempre con grande forza e a ricordare l’amico e la sua grinta è anche Erik Bionaz: “Con lui abbiamo avuto sempre una profonda stima reciproca. Lui ha fatto il suo percorso musicale e io il mio, ma ci tenevamo sempre in contatto per suggerimenti e consigli. Il suo tratto distintivo era la professionalità che metteva nella musica: oltre ad essere bravo e preparato non faceva le cose tanto per farle o improvvisandosi, tant’è che, nonostante la sua preparazione indiscutibile, era mesi che ci stavamo preparando per suonare insieme in orchestra. L’impronta che lascerà saranno i bei ricordi di quelle feste animate con stile: feste patronali, matrimoni e tanti padiglioni che purtroppo con il passare degli anni hanno subito un po’ di trasformazioni. Inoltre, cosa particolare che ho sempre stimato di lui, e che avevamo in comune, era la soddisfazione di suonare dal vivo trasmettendo alla gente questa grande passione che ci accomunava”.
A stringersi intorno alla famiglia saranno in molti giovedì 31 ottobre alle 15 alla chiesa di Gignod, ricordando la sua grande voglia di suonare, di far divertire e di divertirsi, sempre nel segno del lavoro ben fatto, con cura e serietà, ma con quel sorriso che tradiva un animo da ragazzino che non tramonterà mai, così come la musica che gli scorreva dentro. Flavio Boverod lascia la moglie Rosa Alba e i figli Julien – produttore musicale già protagonista con Olly al Festival di Sanremo – e Didier.
Una risposta
Anche la Corale Les Hirondelles di Arpuilles e Excenex ricorda con tanto affetto Flavio e tutta la famiglia Boverod : la mamma Laura, il papà Arturo scomparso pochi mesi fa, i fratelli Andrea e Claudio che hanno tutti cantato e suonato e fatto parte del nostro coro nei primi anni di vita…. Buona musica lassù Flavio…insieme al nostro Maestro Enrico!