In tanti per l’ultimo saluto a Grobberio, l’artista dallo “sguardo poetico fantastico”
Aveva lo stesso tratto di uno dei quadri che hanno reso apprezzato Franco Grobberio, in Valle d’Aosta e fuori, il cielo sopra la chiesa di Sant’Orso nella mattinata di oggi, martedì 7 febbraio. Un azzurro lucente, cui i parenti del 77enne spirato domenica, la moglie Rosanna e la figlia Chiara, assieme alle tante persone giunte per tributare l’ultimo saluto all’amico artista, hanno affidato i pensieri e i ricordi di una vita, trascorsa da Grobberio – come ha ricordato il parroco don Aldo Armellin dall’altare – “allenandosi a fare il bene, nella famiglia, nel lavoro, nelle relazioni umane”.
“Una ricchezza di umanità” l’ha definita il celebrante che, tra le melodie della cantoria, ha poi messo l’accento sulla “capacità poetica fantastica” dello scomparso, “che ha sempre portato dentro di sé, ma che ha saputo coltivare con maggiore libertà nel momento in cui ha avuto più tempo libero”. Un riferimento al pensionamento dopo l’esperienza lavorativa all’Enel, con la scoperta dell’acquerello negli anni duemila, che ha segnato una svolta di leggerezza rispetto ai primi lavori.
D’altronde, ha proseguito don Armellin, “quando uno ha più tempo libero esprime al meglio la sua realtà interiore, nella sua dimensione poetico-fantastica”. Parliamo di quello stato d’animo che “ci fa guardare alla realtà con uno sguardo semplice, direi da bambini”. Non certo infantile, ma diverso, perché “ci permette di andare oltre a quello che noi vediamo, a un linguaggio puramente tecnico, a un linguaggio economico o d’interesse particolare”.
Anche perché, quando “guardiamo i quadri” – ha proseguito il sacerdote – ma anche “quando leggiamo le favole”, ne “siamo incantati”, giacché “le montagne parlano, i fiumi battono le mani, le foreste camminano”. Scenari che vengono liquidati da molti, da troppi, sostenendo che “sono fantasie quelle, non esiste quella realtà”. Eppure, per un artista non funziona così, perché – ha osservato don Armellin – “questa realtà è il linguaggio più profondo della vita e siamo chiamati a solidarizzare con questo linguaggio, per ritrovare la nostra umanità”.
Altrimenti, “saremo sempre alla superficie delle cose”. Oltretutto, solo quello sguardo “poetico-fantastico” può aprire “a una dimensione più profonda, più vera della vita”. Uno sguardo di cui l’artista è consapevole, anche perché se si guarda ai contesti “della pittura, della poesia, della musica” ci “rendiamo conto che questa è la vera dimensione umana, che siamo chiamati sempre più a vivere e approfondire”.
Per Franco Grobberio, la cifra di un’intera esistenza, declinata nel dipingere, nell’esporre a Sant’Orso, ma anche (con l’incedere della malattia che lo ha strappato alla vita) nel trasferire le sue abilità artistiche al prossimo, attraverso le lezioni all’Università della Terza età e a vari gruppi di interessati allievi. Per chi rimane a piangerlo, la chiave per raggiungere il traguardo, tratteggiato nel libro dell’Apocalisse, scelto non a caso da don Armellin quale lettura dell’eucarestia odierna: “E il mare non c’era più… e la morte non c’era più”.
Nella chiesa di Sant’Orso l’ultimo saluto a Grobberio
E’ in programma per le ore 11 di martedì 7 febbraio, nella chiesa di Sant’Orso ad Aosta, il funerale di Franco Grobberio, artista che ha dedicato buona parte della vita alla pittura. 77 anni, si era fatto conoscere sia in Valle, sia fuori, per la sua arte. Si era spento nel pomeriggio di ieri, domenica 5 febbraio, nella sua casa del capoluogo regionale.
Una carriera la sua lunga più di 50 anni, avviata in giovane età, quando alterna il suo impiego come dipendente Enel alla sua passione per il mondo delle immagini e delle arti figurative: di giorno lavora e la sera dipinge. Negli anni duemila scopre la sua vera vocazione: l’acquerello di cui apprezza la leggerezza, concetto che ispira molti dei suoi soggetti.
Dal 2000 Franco Grobberio partecipa alla Fiera di Sant’Orso dove espone in particolare i suoi giocattoli in legno dipinto ispirati a quelli della tradizione valdostana. Le sue opere e i suoi quadri sono anche esposte in diverse mostre personali e collettive, in Italia e all’estero, sia presso gallerie private che in spazi pubblici.
Negli anni Grobberio si cimenta anche con la grafica vincendo, nel 1980 e nel 1985, il concorso per la realizzazione del Manifesto della Fiera di Sant’Orso.
Da tempo alle prese con alcuni problemi di salute Grobberio aveva accantonato l’attività espositiva per dedicarsi all’insegnamento della sua arte e della tecnica dell’acquerello presso l’Università della Terza età e con gruppi di allievi che lo seguivano.
Lascia la moglie Rosanna Baggio e la figlia Chiara.