Ayrton Senna e il Gran Premio di Monaco, un rapporto indissolubile, un amore corrisposto, la leggenda che abbraccia la leggenda. Il circuito del Principato è contorto, sembra fatto per produrre sorprese. E, invece, salvo rare eccezioni come l’edizione del 1996 quando Olivier Panis regolò cinque avversari, gli altri si ritirarono sotto un nubifragio che trasformò la gara in una roulette impazzita, Monte – Carlo ha costantemente premiato i grandi campioni.
Cinque successi Graham Hill e Michael Schumacher, quattro Alain Prost, tre Jackie Stewart, Lewis Hamilton e Nico Rosberg, per citare i più presenti nell’albo d’oro e limitandoci al secondo dopoguerra. Ma, su tutti, Ayrton Senna, per ben sei volte sul palco accanto al Principe Ranieri. Sei trionfi ininterrotti dal 1987 al 1993, con l’eccezione del 1988, quando peraltro il brasiliano si aggiudicò il primo titolo mondiale.
Sì, perché ogni amore, per quanto corrisposto, conosce momenti di incomprensione che possono smottare in aperti dispetti. E la cavalcata di Senna registrò due episodi nefasti, che, però, valsero, sbollite le delusioni a caldo, addirittura un rinvigorito innamoramento. Siamo nel 1984. Senna, all’esordio con la Toleman – Hart, fa segnare il tredicesimo tempo in qualifica e quindi parte dalla settima fila. Sotto una pioggia battente, il Gran Premio diventa una sorta di lotteria, un toboga esasperato.
Senna inizia una rimonta prodigiosa. Supera Rosberg e Arnoux, al diciannovesimo giro passa anche Niki Lauda ed è secondo. Davanti guida Alain Prost. Il brasiliano è scatenato e nel nubifragio si avvicina al Professore. Al trentunesimo giro il Direttore di gara Jacky Ickx interrompe il Gran Premio. Seguono polemiche infinite, perché Senna stava per braccare Alain Prost, chiuderà a 7”446. L’altro “sgarbo” nel 1988. Il Mondiale si gioca in casa McLaren tra Senna e Prost.
La prova monegasca non fa eccezione. Senna guida in modo forsennato. Quel giorno mi trovavo sulle tribune delle “Piscine” e ricordo che il brasiliano attraversò la chicane sempre su tre ruote, la posteriore destra sollevata dall’asfalto. Con un vantaggio di circa un minuto su Prost, al sessantasettesimo giro Senna tocca alla curva del Portier, probabilmente infastidito dai giri veloci del Professore cui intendeva replicare. Niente di che, ma quanto basta a costringerlo al ritiro. Sui maxischermi compare il fuoriclasse che scende dall’auto, scavalca il guard-rail e si avvia cupo verso la sua abitazione nel Principato, non lontana dal famigerato virage.
Dal 1989 al 1993, il pokerissimo. I primi tre successi comodi partendo dalla pole position, frutto di un predominio schiacciante, i secondi due leggendari. La McLaren era inferiore alla Williams, ma Senna riuscì a prevalere nel 1992 su Mansell e nel 1993 su Prost, entrambi Campioni del Mondo a fine stagione. Monte Carlo attendeva il suo Principe assoluto per il settebello, nel 1994. Ma il tragico schianto di Imola, alla curva del “Tamburello”, mise fine alla Grande Corsa. Con Senna se ne andò il più grande, un personaggio ieratico nel suo approccio ai Gran Premi e, in ultima analisi, alla vita.