Undici lunghi anni di digiuno – allora sembrava un’eternità, quasi un’onta – dal titolo di John Surtees e finalmente, il 7 settembre 1975 la Ferrari tornava a conquistare il Mondiale piloti con Niki Lauda e la “312T”, qui nella foto tratta dal sito del “Cavallino”. Una grande festa, iniziata la mattina sotto un nubifragio che, tuttavia, non aveva stemperato l’entusiasmo dei tifosi.
La Scuderia studia un piano ambizioso, che realizza pienamente. Clay Regazzoni a caccia del Gran Premio, Lauda a controllare Emerson Fittipaldi, su McLaren M23, e Carlos Reutemann, a bordo della Brabham BT44B, per l’alloro iridato.
Se vogliamo, l’iperbole degli stili di guida, molto differenti, tra i due compagni di squadra. Regazzoni l’istintivo, sempre alla ricerca del limite, Lauda che, limate le esuberanze degli esordi, tiene a freno rischiosi impeti per badare al risultato finale. E Regazzoni non si fa certo pregare. È la sua natura, quella di spingere sempre e comunque.
Va in testa alla partenza, terrà il comando fino alla fine e siglerà il giro veloce in 1’33”1 alla media di 223.501 km/h, alla quarantasettesima tornata, quando il vantaggio accumulato avrebbe forse consigliato una gestione ragionieristica.
L’inizio della gara oblitera i sogni di tanti piloti. Vittorio Brambilla, reduce dal trionfo con la March 751 al Gran Premio d’Austria a Zeltweg, viene tradito dalla frizione e un guaio alla sospensione stoppa Ronnie Peterson (Lotus 72E), mentre un incidente collettivo mette fuori gioco Mario Andretti (Parnelli VPJ4) e il promettente Tony Brise (Embassy Lola), mentre si salvano Jody Scheckter (Tyrrell 007) e Jochen Mass (McLaren M23), che però abbandonerà al terzo giro. Carlos Pace, molto pronto all’avvio sulla Brabham BT44B, paga noie al motore e si ritira al settimo giro.
La superiorità della Ferrari 312T è netta, grazie ad un motore inarrivabile per la concorrenza e ad una eccezionale stabilità. Ma un romanzo a lieto fine non può prescindere da un po’ di suspense. Fittipaldi accorcia il divario che sembrava incolmabile dalle due Rosse e crea qualche patema, andando ad infilare Lauda all’inizio della tornata quarantasei alla chicane dopo il rettilineo.
Regazzoni è però imprendibile e, complice la condotta di gara incolore di Reutemann, Lauda vede avvicinarsi il titolo. Alla bandiera a scacchi, la festa si sublima in tripudio. Regazzoni precede Fittipaldi di 16”6, Lauda, nuovo campione del mondo, di 23”2, mentre vanno a punti anche, nell’ordine, Reutemann, Hunt sulla “308C” di Lord Alexander Hesketh e Tom Pryce (Shadow DN5).
Lauda, che si era già aggiudicato i Gran Premi di Monaco, Belgio, Svezia e Francia, siglerà la sua supremazia andando a conquistare anche l’ultima prova della stagione, il Gran Premio degli Stati Uniti a Watkins Glen, ancora davanti a Fittipaldi.