Ferrari F8 Tributo, il destino scolpito nel nome
Con l’approssimarsi della primavera, la Ferrari presenta un nuovo capolavoro, ancora una volta il modello di serie più potente della sua storia. L’occasione è stata il salone di Ginevra, chiusosi qualche giorno fa.
La nuova nata ha il destino scolpito già nel nome, mai come stavolta iconico e icastico: F8 Tributo.
F sta per Ferrari, 8 per i cilindri di un motore che ha mietuto allori prestigiosi (negli ultimi tre anni ha vinto il premio “International Engine of The Year) e al quale va, pertanto, il degno tributo. Una denominazione fortemente, pesantemente, impegnativa che la vettura non solo sopporta ma sublima nell’eccellenza. La F8, berlinetta a due posti, raccoglie l’eredità di un’altra macchina d’eccezione, la 488 GTB. Con la quale condivide la lunghezza (4.61 m.) e sostanzialmente il design che, però, appare più “cattivo” nell’anteriore, con nervature originali sul cofano e una calandra grintosa, uniti all’armonia dei fari a LED al posteriore. Una personalità spiccata, elegante e sportiva allo stesso tempo in una simbiosi di livello elevatissimo.
L’aerodinamica è curatissima e ottimizza, in particolare, i flussi intorno alla carrozzeria, grazie all’apporto fondamentale del condotto “S – Duct”, di derivazione corsaiola, per un incremento di downforce del quindici per cento. Come altri elementi, testati soprattutto sulla “488 Pista”. I condotti di scarico sono in lega “Inco Nel” a base di nichel, che abbina resistenza e leggerezza, trasposta dalla Formula Uno. Gli interni non lasciano spazio ad inutili orpelli ma privilegiano la praticità d’uso, dal punto di vista sia del volante, ridotto nelle dimensioni ma perfettamente adeguato, sia dei comandi inediti con il display da 7″ sia dei sedili, che si adeguano ad accelerazioni brutali, quasi “coccolando” il conducente.
Sul versante sicurezza, segnaliamo il sistema di assistenza alla guida veloce “Ferrari Dynamic Enhancer”, per una maggiore controllo. Veniamo all’elemento chiave, il propulsore. È un Biturbo 3.9 litri otto cilindri da 720 cavalli, 50 in più della 488, sempre a 8000 giri per una coppia che si incrementa a 770 Nm. Il rapporto cavalli/litro è il più alto mai raggiunto: 185/1. Le prestazioni sono, pertanto, conseguenti: accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 2″8, velocità massima 340 km/h. Con la modalità di guida “Race” il piacere è assicurato e l’intenditore si sente in dimensione nirvana. Questo prodigio di motore è visibile in tutto il suo splendore dalla copertura dietro l’abitacolo. La F8 Tributo mostra rispetto per le emissioni, grazie all’adozione del filtro antiparticolato (GPF) allo scarico. Il peso è ridotto di 40 chilogrammi e si attesta sul 1330 Kg. Insomma, quanto di meglio oggi si possa chiedere ad un’auto. E non solo perché si chiama Ferrari.
Enrico Formento Dojot