Fino agli anni a cavallo fra i sessanta e i settanta del secolo scorso, i rally venivano, magari a bassa voce, considerati figli di un dio minore: non capiamo – e non lo capivamo allora – per quale motivo, ma era sostanzialmente così. Se la disciplina, come meritava, è assurta a dignità pari alle corse in circuito, lo si deve sicuramente ad imprese da fuoriclasse come quella del “Drago” Sandro Munari, affiancato da Mario Mannucci, trionfatore al Rally di Monte – Carlo 1972 al volante della splendida e non assistita dal pronostico Lancia Fulvia HF, ma anche alle gesta di campioni conosciuti – a torto – appena fuori della cerchia degli addetti ai lavori e dei suiveurs. Come Luciano Trombotto, classe 1936, patria San Secondo di Pinerolo, il paese che apre la suggestiva Val Chisone.
Trombotto è stato un gentleman driver e vantava un battesimo del fuoco: nel 1957, l’esordio al duro Rally del Sestriere con una Fiat 1100 TV elaborata da un mito come “Il Mago” Virgilio Conrero. Poi, una lunga parentesi come chitarrista e front man del gruppo “Santiano”, il nome del fratello: il complesso si guadagna una discreta fama anche – diremmo soprattutto – fuori Italia. Ma è appunto una parentesi: il richiamo dei motori è troppo forte. Eredità della parentesi musicale il soprannome, “Lucky Rombo”. E così Trombotto acquista una Fiat 124 Spider, macchina avviata alla gloria imperitura, e inizia a correre.
Da gentleman driver diventa pilota ufficiale Fiat. Siamo nel 1970 e con la Scuderia “Tre Gazzelle” si aggiudica il campionato italiano in Gruppo 3. L’anno successivo la prestigiosa vittoria al Rally “Dell’Elba” con Maurizio Enrico alle note, una delle gare più impegnative del calendario. Sempre con Enrico è terzo al Rally “Dell’Adriatico” a Bari e al Rally “Del Friuli e delle Alpi Orientali”, poi con il grande Gino Macaluso è quarto al “1000 Minuten”.
Nel 1972 Luciano bissa al Rally “Dell’Elba” e con Giuseppe Zanchetti è terzo al “San Martino di Castrozza”. Un palmarès niente male per un personaggio che, lasciato il palcoscenico, coltiverà il classico understatement sabaudo. E gentiluomo Trombotto lo era anche nella quotidianità. Ricordiamo la festa per i suoi ottant’anni a Pinerolo tra i colleghi e gli amici di sempre. Sembrava immortale, come tutte le persone vere. Ci ha lasciato giusto due anni fa, il 2 maggio 2023. Le corse su strada gli devono molto.