Sportiva e sbarazzina, i 31 anni della Fiat Barchetta

Grande è l’eco quando, nel 1994, unitamente alla Coupé, la Barchetta viene presentata a stampa e pubblico. Ispirata alla Ferrari 166 MM, ma con un look informale e accattivante, partiva dal telaio della Punto per accorciarne il passo.
Fiat Barchetta
Gioie e Motori

Era da tempo che Fiat non proponeva sul mercato una vettura sportiva. Ricordiamo la “Dino”, equipaggiata con il motore ideato da Dino Ferrari, la “850 Spider” che partendo da una utilitaria offriva sportività accessibile a tanti che fino ad allora l’avevano soltanto sognata.

E poi, la “124 Sport Spider”, regina dei rally degli anni settanta del secolo scorso sotto l’insegna Abarth e la sfortunata “X1/9”, macchina interessante ma immolata a favore della LanciaStratos” e definitivamente scomparsa dai radar quando il Gruppo ha puntato sulla “131” quale erede della suddetta “Stratos”.

Quindi, grande è l’eco quando, nel 1994, unitamente alla “Coupé”, la “Barchetta”, nome caro a Gianni Agnelli, viene presentata a stampa e pubblico, dotata anche di capote. Andreas Zapatinas, il designer greco cui si deve la paternità, fa veramente un buon lavoro. Ispirandosi alla Ferrari166 MM”, crea una vettura dal DNA indubbiamente sportivo e anche sbarazzino, con un look informale e accattivante, partendo dal telaio della “Punto” e accorciandone il passo a 2.275 metri.

Sembrano tornati i tempi della “Dolce Vita”, di cui le spider erano degni simboli. E anche una piccola come la “Barchetta” si inserisce a pieno titolo nel panorama delle sportive, con la lunghezza limitata sotto i quattro metri (3.916 per la precisione), la larghezza di 1.640 metri e l’altezza di 1.265: maneggevolezza e divertimento, in una parola omaggio a quella sorta di spensieratezza che avremmo perso di lì a poco con gli avvenimenti del nuovo Millennio.

Grande attenzione è riservata alla sicurezza, grazie, tra gli altri, ad un abitacolo rinforzato con strutture tubolari così come appositi longheroni proteggono il pianale, mentre una soluzione innovativa sui freni ne garantisce il funzionamento anche in situazioni di criticità. L’assetto è ovviamente rigido e i pneumatici contribuiscono alla piacevolezza di guida.

Il motore è un 1.8 litri quattro cilindri a 16 valvole prodotto a Pratola Serra in provincia di Avellino, sede dei motori modulari volti a equipaggiare diversi modelli del Gruppo Fiat. È sito in posizione trasversale anteriore e la trazione è anteriore, con una distribuzione dei pesi coerente: 65% all’anteriore e 35% al posteriore.

La potenza si attesta a 130 cavalli a 6300 giri, per una coppia motrice da 158 Nm, la velocità massima raggiunge i 200 chilometri orari con un’accelerazione da 0 a 100 chilometri orari in 8”9. La “Barchetta” costituisce anche un’affermazione della piemontesità di Fiat, dato il coinvolgimento della CarrozzeriaMaggiora”, dello stabilimento “Lancia” di Chivasso e della “ILCAS” di Sparone, in Canavese: gloriose realtà di altri tempi.

Fiat Barchetta
Fiat Barchetta – Foto Facebook Stellantis Heritage

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