Riceviamo, e pubblichiamo, le riflessioni di un lettore a proposito del dibattito, svoltosi alcune settimane fa in seno al Consiglio Valle, sulla possibile chiusura della scuola dell’infanzia di Champdepraz.
Buongiorno,
tempo fa ho seguito con interesse una parte del Consiglio Valle, durante il quale si parlava della possibile chiusura della scuola dell’infanzia di Champdepraz.
Purtroppo, tutti sapevamo che prima o poi si sarebbe arrivati a questo momento, e non certo per colpa della politica valdostana. Ormai, a causa della denatalità, ci sono sempre meno bambini iscritti in tutte le scuole di ogni ordine e grado.
A livello locale, nell’ultimo anno, alcuni genitori si sono resi conto delle problematiche sempre più crescenti legate alla gestione di questi plessi, che si riflettono in modo evidente sulla didattica e sui servizi offerti ai bambini e alle famiglie. Per questo motivo, hanno cercato di spingere l’istituzione scolastica verso l’unione del plesso di Champdepraz con quello di Montjovet, sottolineando che si potrebbe offrire un servizio migliore collaborando e mantenendo aperti entrambi i plessi. I due comuni condividono già il servizio parrocchiale, l’oratorio, l’estate ragazzi, dispongono di pulmini per il trasporto degli alunni. Inoltre, i due plessi distano solo 5-10 minuti in auto l’uno dall’altro.
La scorsa estate, i genitori dell’infanzia di Montjovet hanno richiesto un incontro con il dirigente scolastico, la sovrintendenza, l’assessorato e i rappresentanti dei comuni di Champdepraz e Montjovet. L’oggetto della richiesta d’incontro era discutere della riduzione dell’organico di fatto assegnato aII’infanzia di Montjovet per l’anno 2024-2025 che avrebbe creato non pochi problemi nella gestione quotidiani degli alunni. La problematica è stata poi risolta con l’aiuto della sovrintendenza. I genitori hanno colto l’occasione per invitare anche i rappresentanti comunali di Champdepraz, con l’intento di avviare un confronto più ampio e di valutare una possibile collaborazione tra i due comuni. Questa collaborazione avrebbe potuto risolvere una volta per tutte i problemi che si ripresentano quasi ogni anno nei due plessi.
L’estensione dell’invito anche all’amministrazione di Champdepraz non è stata vista di buon occhio dal dirigente scolastico e dal sindaco di Montjovet. In realtà, la scuola di Montjovet non è a rischio di chiusura, ma al massimo potrebbe affrontare problemi di pluriclassi e carenza di personale per l’infanzia. Quindi, un po’ di resistenza e irritazione ci potevano anche stare, anche se si sarebbe auspicata comunque a una visione più aperta e collaborativa da parte dell’amministrazione comunale. Per quanto riguarda Champdepraz, invece, si è presentato solo un rappresentante di minoranza, che era stato informato dell’incontro in modo informale.
Diversa invece la posizione della sovrintendente, che si è detta entusiasta di questo incontro “allargato”. Anche Iei ritiene che siano finiti i tempi in cui ogni comune guardava solo alla propria offerta scolastica. Con il calo continuo delle nascite, oggi è fondamentale avere una visione più ampia, fatta di collaborazioni tra più enti locali. La sovrintendenza, infatti, ogni anno si trova a dover discutere di questi problemi con varie istituzioni.
Il dirigente scolastico, infine, ha cambiato opinione e si è detto disponibile a valutare eventuali idee future proposte dai genitori.
Tuttavia, per l’anno scolastico 2024-2025 era ormai troppo tardi, e quindi il percorso scolastico è proseguito come da consuetudine.
A dicembre 2025 — gennaio 2026, al fine di pianificare per tempo ed evitare la creazione di pluriclassi alla scuola primaria e la possibile carenza di organico all’infanzia, alcuni genitori di Montjovet hanno ripreso il dialogo con il dirigente scolastico, proponendo nuovamente come soluzione l’unione dei due plessi. L’idea prevedeva, comunque, il mantenimento dell’apertura di entrambi i plessi per garantire la vitalità sociale dei rispettivi comuni, con la distribuzione delle classi tra Montjovet e Champdepraz (ad esempio, la scuola dell’infanzia e le classi 1° e 2º in un plesso, e le classi 3º, 4º e 5º nell’altro). Il dirigente scolastico, a seguito dei contatti con l’amministrazione comunale di Champdepraz, ha comunicato che l’intenzione era di mantenere aperte sia la scuola dell’infanzia che la scuola primaria a Champdepraz.
Anche alcuni genitori di Champdepraz hanno cercato di promuovere questa soluzione, ma sono stati rassicurati dall’amministrazione comunale, che ha confermato la volontà di mantenere aperto l’intero plesso scolastico.
Ed eccoci oggi, con la possibile chiusura della scuola dell’infanzia di Champdepraz, che conta solo 5 iscrizioni (al termine delle iscrizioni di gennaio erano 8, un numero comunque insufficiente a garantire l’apertura della scuola per l’anno scolastico 2025-2026).
Il problema è stato quindi sollevato in Consiglio Valle da esponenti che già conoscevano la situazione locale e le proposte che erano state avanzate da alcuni genitori riguardo alla possibile unione dei due plessi. Invece di intervenire tempestivamente con le amministrazioni locali e con la dirigenza scolastica, si è deciso di chiedere, ormai troppo tardi, all’assessorato di trovare una soluzione al problema.
Giustamente, l’assessore Guichardaz ha ricordato che la Regione ha sempre riservato una particolare attenzione alla scuola: il rapporto alunno-insegnante è significativamente inferiore alla media nazionale, sono previsti sostegni complementari alle figure di insegnante di sostegno, e vengono riconosciute le scuole di montagna con criteri di apertura più flessibili, basati su numeri di iscrizioni inferiori rispetto a quelli standard. In questo caso specifico, l’assessore ha comunicato di essere stato in contatto con l’amministrazione comunale di Champdepraz, suggerendo azioni possibili per il recupero di alcuni alunni che erano stati precedentemente iscritti. Tuttavia, ha chiarito che la distribuzione dell’organico e la decisione suII’apertura dei plessi competono al dirigente scolastico, che interagisce direttamente con le amministrazioni locali.
Forse quindi non è corretto dare tutta la colpa alla sovrintendenza o all’assessorato. Probabilmente, la causa di queste situazioni va ricercata prima di tutto in una mancanza di chiarezza e di coraggio da parte delle dirigenze scolastiche, nonché nella visione ristretta di alcune amministrazioni comunali che, pur di fronte a proposte di collaborazione, hanno preferito ignorarle o continuare a operare in totale autonomia. Inoltre, i genitori avrebbero dovuto lottare con maggiore determinazione e costanza per il benessere scolastico dei propri figli. Tuttavia, a quest’ultimi va riconosciuto, soprattutto quest’anno in periodo di campagna elettorale già iniziata da tempo nei comuni, di non essere stati coinvolti in maniera ufficiale e di essere stati rassicurati in modo non sempre corretto dalle amministrazioni comunali e dalla dirigenza scolastica.
Per apportare cambiamenti, ci vuole coraggio e fermezza. Speriamo che, con l’insediamento delle prossime amministrazioni locali, si possa finalmente affrontare questa questione e trovare una soluzione condivisa e duratura per le nostre piccole realtà locali.
Lettera firmata
Una risposta
Oh! Sorpresa? No di certo! Amministrare un Comune, a mio parere richiede preparazione, competenza e sprattutto coraggio quando serve, anche andando controcorrente pur di espletare al meglio l’interesse generale della pubblica utilità.
Se mancano questi requisiti, suggerirei di occuparsi d’altro, non perseverare ad ogni costo perchè cosí facendo si finisce inevitabilmente nella categoria dei cosiddetti “CIURLATORI NEL MANICO”. Buona giornata. Actos