Un anno e sembra ieri. Caro amico, collega Volontario sei partito all’alba di questa lunga notte in cui la malattia ci ha sprofondati. Sei partito nel silenzio e nello sgomento di quei primi periodi di pandemia, quando tutti speravamo e credevamo, lavorando in silenzio e cercando di non pensare troppo ai rischi ed ai colpi che cadevano vicini a ciascuno di noi.
Ettore, il Volontario e amico che abbiamo conosciuto, si è messo subito al servizio degli altri senza risparmiarsi e senza pensare troppo per cercare di allontanare i timori che indeboliscono il lavoro e fiaccano lo spirito. E dell’uno e dell’altro hai dato esempio, caro Ettore, a tutti noi Volontari con il sorriso e le tue battute che hanno sempre alleggerito il lavoro di chi ti era vicino. Sapevi rendere appetibili servizi pesanti e disagiati per il solo fatto di condividerli con te, tra una moka accesa sotto la pioggia ed i tuoi infiniti racconti si trascorrevano ore positive, ore che ti lasciavano dentro qualcosa. Certo qualche manovra errata e qualche piccolo imprevisto ti sono capitati ma tale era il tuo impegno e la tua volontà che tutto si è aggiustato e, di questo sono sicuro, per tutti sei rimasto un grande esempio.
Tutti noi siamo figli, padri, mariti e amici ma le persone che abbiamo vicino ci ricorderanno soltanto per quel pezzo di vita che hanno condiviso con noi su questa terra. Io ed i miei colleghi Volontari della Protezione Civile abbiamo avuto la fortuna di fare un pezzetto di strada insieme a te Ettore e quella strada, caro amico, stai pur certo che continueremo a percorrerla per portare il nostro aiuto dove serve. Lo faremo senza il tuo sorriso e le tue battute, e per questo sembrerà più in salita, ma lo faremo.
Ciao Ettore, se c’è un posto dove vanno a finire i giusti sei lì di sicuro e spero che da lì si veda quanto c’è di buono e luminoso nello spirito dei tanti Volontari che ogni giorno percorrono quella strada in salita.
Sperando e credendo, senza mollare.
Lettera firmata