Il sindacato sconfina? Beh pazienza…

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Jean-Pierre Guichardaz in risposta ad alcune affermazioni contenute in una precedente e-mail inviata in redazione.
I lettori di Aostasera

È curioso vedere lettere che richiamano il sindacato al ruolo che gli spetta. Mi riferisco a quella pubblicata sul vostro sito a firma di un certo/a Favazza. Ho ancora nelle orecchie le roboanti parole di alcuni presidenti di cooperative del Consorzio Trait d'Union che accusavano il sindacato di essere “distante” dalle loro ragioni e di non preoccuparsi abbastanza delle sorti degli utenti: anziani e disabili. Ora che esprimiamo preoccupazione per coloro che sono gli utilizzatori finali dei servizi oggetto della disputa veniamo rimandati all'angolino a fare quello che, secondo alcuni, è il ruolo del sindacato: proteggere i lavoratori…

Ricordo al/alla Sig./Sig.ra Favazza che il sindacato confederale partecipa attivamente alla vita politica e sociale di questo Paese con grande impiego di mezzi e di energie: le nostre confederazioni sono articolate in uffici e dipartimenti che si occupano di materie quali: ambiente, immigrazione, legalità e sicurezza, salute, welfare, tossicodipendenze, pari opportunità, disabilità e di molti altri argomenti apparentemente slegati dal mondo del lavoro. In ogni regione siamo attivamente impegnati nei tavoli operativi sui piani di zona, per fare un esempio di impegno “trasversale” rispetto ai temi del lavoro. La tutela dei più deboli, siano essi lavoratori o semplici cittadini, fa parte del DNA del sindacato confederale e connota la nostra azione a tutti i livelli. È anche per questo che sentiamo il dovere morale, oltre che istituzionale, di denunciare atteggiamenti e comportamenti che potrebbero compromettere lo stato di salute e il benessere di persone (gli anziani e i disabili, appunto) che non sono in grado di difendersi da sé. Se per qualcuno questo è sconfinare, beh pazienza…

Jean-Pierre Guichardaz

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