Con questo scritto noi insegnanti dell’ISILTP di Verrès intendiamo segnalare alle autorità competenti e rendere pubblici la fatica e il disagio vissuti durante l’anno scolastico che sta terminando. Una fatica e un disagio determinati non solo dalle difficoltà che condividiamo con altre scuole, ma anche da una specifica carenza di risorse professionali, particolarmente grave in una realtà complessa come la nostra. Gli otto indirizzi della nostra istituzione, suddivisi tra tecnici, professionali e liceali richiedono una progettazione articolata e per molti versi un lavoro moltiplicato rispetto a quello necessario in istituzioni che magari hanno lo stesso numero di studenti, ma solo tre o quattro indirizzi.
In questo quadro, segnaliamo come elementi di particolare criticità i seguenti aspetti:
● L’assenza di un dirigente titolare. La carenza di dirigenti è un problema generale (di cui non sono certo responsabili gli studenti e gli insegnanti, e nemmeno i dirigenti stessi) ma, per le ragioni già indicate, per noi lo è ancora di più.
● Un capo dei servizi di segreteria non sostituito in occasione di una prolungata malattia: un serio problema di salute di una persona non può bloccare una scuola, come di fatto è accaduto negli ultimi mesi.
● L’assenza di un tecnico informatico in una scuola con una decina di laboratori. A metà anno il tecnico si è dimesso e nonostante ci sia stato un concorso in Valle d’Aosta per l’assunzione di tecnici, la nostra scuola non era tra quelle assegnatarie.
● Carenza di personale ATA in generale. La pianta organica del personale ATA, calcolata su parametri come il numero di studenti e le sedi ma che non tiene conto del numero e del tipo di indirizzi è già di per sé stessa inadeguata. Negli ultimi anni, poi, per pensionamenti, trasferimenti ecc. abbiamo perso: due coadiutori, un magazziniere, un tecnico informatico e un assistente amministrativo contabile sostituiti molto parzialmente.
Alle scuole si chiede sempre di più, si tratta di richieste che coinvolgono tutti coloro che vi lavorano, non solo noi insegnanti ma anche il personale tecnico amministrativo e il personale ausiliario, le risorse assegnate sono invece diminuite. Dobbiamo organizzare attività Pcto, svolgere prove Invalsi e prove linguistiche regionali, occuparci di curriculum dello studente, di Pnrr (novità di questo ultimo anno) e di mille altre cose: il tutto con meno persone di prima. Ci chiediamo se qualche volta i decisori, prima di chiedere alla scuola qualcosa in più, abbiano almeno per un attimo riflettuto sul fatto che servono persone che se ne occupino, persone che, oggi, vanno sempre più spesso incontro a fenomeni di stress da lavoro.
Chiunque in Valle d’Aosta si occupi di scuola in termini politici o amministrativi ha chiaro, crediamo o almeno speriamo, il fatto che il polo scolastico di Verrès ha, per tutto il territorio della Media e Bassa Valle, un ruolo fondamentale, non solo nello svolgere il proprio compito prioritario sul versante della formazione e dell’istruzione, ma più in generale come luogo di proposta culturale e di contenimento della dispersione scolastica e del disagio dei giovani (sempre più documentato dalla letteratura psico-pedagogica).
Rivendichiamo il grande impegno della nostra istituzione in queste diverse direzioni e intendiamo continuare a lavorare al meglio, ma non possiamo farlo senza risorse. Ce ne servirebbero di più, ora non abbiamo nemmeno quelle essenziali e previste, a cominciare da un Dirigente a pieno servizio. Ci auguriamo che qualcosa cambi da qui all’inizio del prossimo anno scolastico e di non essere costretti ad azioni di protesta più incisive.
Documento approvato all’unanimità dal collegio dei docenti dell’ISILTP di Verrès nella seduta del 13 giugno 2023 e firmato dalla rappresentanza sindacale.
5 risposte
Ad alcuni che lamentano il lamentarsi dei docenti rispondo:<>.
Le segreterie sono allo stremo, quando ci sono (le carenze del personale sono gravi), quindi rimediano i pochi che restano, dirigenti e docenti!
Piace mandare a scuola i figli in ambienti puliti, con attività ben articolate didattiche e ricca offerta formativa (quante famiglie accompagnano i figli a spettacoli, musei, laboratori, uscite culturali, ecc.?) che necessitano programmazione e organizzazione!!!
Certo che ci si lamenta! A tutti deve pensare la scuola, ma chi pensa alla scuola?
Ci si pensa solo quando non c’è e allora sì, che ci sono lamentele.
Bisognerebbe veramente chiudere, ma il personale della scuola non “interrompe il servizio” , va avanti come un disperso nel deserto dei miraggi….
La cosa più dolorosa, per chi lavora in questo mondo, è che i ragazzi percepiscono la mancanza di una solida struttura a monte, il che contribuisce a un senso di abbandono e di sfiducia nell’istituzione. Si tratta di un principio abbastanza noto. Banalmente, se un autobus è decoroso e funzionante, è difficile che i passeggeri siano invogliati a rovinarlo. Se, invece, il veicolo è pieno di graffi e ammaccature, presenta polvere ovunque e ha i sedili mezzi rotti, a nessuno importa se si aggiunge un taglio qui, se si stacca una vite là… E così alla scuola, come a un vecchio pullman scassato, vengono gradualmente a mancare alcuni pezzi importanti senza che la cosa desti grande scalpore. L’incuria ha raggiunto un livello tale che si fa fatica persino a ricordare com’era prima, nell’idea che, in fondo, l’ISILTeP è sempre stato così… E anche questo è molto grave! Bisogna dirlo a gran voce: così non va bene! Hanno fatto bene gli insegnanti a denunciare questa situazione che, per ragioni di formalità e per necessità di sintesi, non si può descrivere in ogni suo triste aspetto.
Lungo l’anno scolastico ho frequentato spesso, da esterno, l’ISILTP e ho percepito direttamente, in ogni indirizzo, il grave disagio denunciato. Ovunque insegnanti oberati di incombenze, stanchi, sfiniti! Chiederei, specie a chi non perde occasione per scaraventare addosso alla categoria le solite critiche (vi lamentate sempre, lavorate solo 18 ore, avete tre mesi di ferie, ecc. ecc.), un piccolo sforzo di immedesimazione. Mettetevi, per un attimo, nei panni di chi è costretto a sacrificare continuamente la propria vita personale e familiare per far fronte, con la persistente sensazione di avere l’acqua alla gola, ai nemmeno elencabili, tanti sono, impegni scolastici. A partire dalle attività ordinarie, che già sono straordinarie, perché richiedono energie, dedizione, versatilità e tempi inimmaginabili per un dipendente extra-scolastico. Quattro, cinque ore di lezione incentrate sui temi più svariati e destinate a classi diverse (non di rado sovraffollate!) possono richiederne altrettante di preparazione, e nel frattempo occorre predisporre le verifiche, che poi saranno da correggere nel fine settimana, perché quel poco di pomeriggio lasciato libero dalla predisposizione del giorno seguente in genere se lo prendono corsi di recupero, consigli di classe, riunioni di dipartimento, programmazioni varie, colloqui parenti, collegi docenti e stesure di verbali. Rimane qualche ora da sottrarre alla notte, ma quando la penna rossa si ferma per colpo di sonno cedi e rimandi tutto al weekend. La correzione di una produzione scritta, così, tanto per farsi un’idea, può richiedere anche un’ora: provate a moltiplicare per 70 e vedrete, con grande sorpresa, che non fa 18. Bene, a tutto ciò aggiungete consigli straordinari, riunioni PEI, stesure di piani individualizzati, preparazione di verifiche differenziate, organizzazione gite, gestione scuola-lavoro, tutoraggi vari, Pnrr, Invalsi, eccetera eccetera eccetera, e comincerete forse, non dico a capire, ma perlomeno ad intuire il perché di tanto disagio. Un malessere tanto profondo e diffuso che dovrebbe però trovare la forza di spingersi al di là della denuncia corale, al di là anche dell’ormai logora protesta sindacale. Urge la ridiscussione, di più, la ricostituzione, la rifondazione della professione docente, che per essere riportata alle sue origini va sburocratizzata, depoliticizzata e sgravata una volta per tutte da tutto ciò che nulla ha a che fare con l’insegnamento.
Mi sembra che stiano chiedendo risorse per la scuola, per il suo regolare funzionamento, non trattamenti di favore, ma chi non sa nulla di scuole, forse, non è in grado di capire.
Ma voi insegnanti vi lamentate sempre?