Egregio dott. Montagnani,
Ho aperto il Corriere online questa mattina e sono rimasta sbigottita nel leggere che secondo lei la causa di questa seconda ondata in Valle sarebbe da individuare nell’apertura delle scuole a settembre. Non è proprio del metodo scientifico attribuire un nesso causa effetto a quella che può essere invece una semplice coincidenza temporale o una causalità indiretta legata ad esempio all’uso di mezzi pubblici. In Irlanda, dove vivo per alcuni mesi all’anno e uno dei miei figli va a scuola, hanno monitorato fin dall’apertura scolastica, avvenuta a fine agosto, l’andamento dei contagi all’interno delle strutture scolastiche in comparazione all’andamento generale. Sulla base dei dati raccolti, due settimane fa, quando la situazione è apparsa decisamente fuori controllo (con soli 30 posti in terapia intensiva disponibili sull’intero territorio nazionale) hanno deciso un secondo “soft” lockdown chiudendo tutte le attività commerciali non essenziali, ristoranti e bar e lasciando invece aperte tutte le scuole di ogni grado.
La curva ha raggiunto nei giorni scorsi una stabilità e sembra ora abbassarsi. Stessa scelta, lockdown con scuole aperte, è stata fatta ora dalla Francia e dalla Germania, immagino anche in questo caso sulla base di dati che confortassero tale decisione. Trovo assolutamente scorretto che, data la sua posizione e ruolo, lei si permetta di esprimere pubblicamente le sue opinioni personali senza che siano minimamente suffragate da dati. Personalmente sono convinta che questa seconda ondata valdostana possa essere stata pesantemente influenzata dal turismo in particolare d’oltralpe ma la mia opinione, espressa tra amici, non porterà sicuramente alla chiusura delle frontiere.
Spero che in futuro vorrà attenersi nelle sue esternazioni al suo campo di competenza; abbiamo già in Italia fin troppi tuttologi che si ostinano a voler esprimere opinioni in campi a loro estranei.
La scuola in Italia sembra non rivestire nessuna importanza; la prima ad essere sacrificata in un momento difficile (la DAD al 75% alle superiori è a dir poco ridicola) senza che nessuno protesti e si renda conto del danno che viene arrecato a questa generazione di ragazzi. E senza parlare della probabile inutilità di tale provvedimento visto che molti (tra i quali mio figlio maggiore che studia ad Aosta) mi confermano che nel pomeriggio numerosi gruppi di ragazzi delle superiori si ritrovano e vanno in giro senza nessuna precauzione particolare (mascherine e distanza). D’altronde a quella età la socializzazione e interazione personale è fondamentale e per questo il ruolo della scuola in presenza non è sostituibile con una didattica a distanza.
La ringrazio per l’attenzione.
Cordiali saluti,
Rita Verunelli
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Sono d’accordo con il fatto che non si possa imputare una tale responsabilità alla scuola, senza dati alla mano. Leggendo l’articolo a cui si riferisce, ho avuto però l’impressione che il titolo non rispecchiasse esattamente l’opinione di Montanari. Mi sono quindi chiesta se quelle parole le avesse veramente dette Montanari o se fosse piuttosto l’opinione del giornalista.
Certo dopo un’estate in cui praticamente ognuno ha fatto più o meno liberamente ciò che voleva fregandosene delle regole, ecco che si vuole trovare il capro espiatorio nelle scuole, dove dati alla mano,la percentuale dei contagi è davvero irrisoria, facendo pagare ai più piccoli colpe che non hanno, anzi rispettano molto più le regole di tanti adulti. Lo trovo vergognoso, i giovani e i bambini sono il nostro futuro, in un paese come l’Italia non mi stupisco vengano trattati in questo modo.
Quanta presunzione emerge da questa lettera !!
Polemica fuori luogo e fuori tempo in una situazione emergenziale di queste dimensioni.