Nonostante la fatica gli operatori del Parini svolgono la propria missione con dedizione e passione

Riceviamo e pubblichiamo.
I lettori di AostaSera
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Poco più di due settimane fa sono rimasto vittima di un incidente in bicicletta che mi ha procurato la frattura di un femore. Sono stato soccorso dall’equipe del 118 che, anche in condizioni difficili, è riuscita recuperarmi mettendomi in sicurezza e che poi mi ha trasportato all’ospedale Parini di Aosta.
Sono stato ricoverato per dieci giorni e sono stato sottoposto ad intervento chirurgico due giorni dopo il ricovero.

Voglio e devo sottolineare la grande professionalità unita ad una grandissima umanità che a tutti i livelli ho avuto modo di riscontrare.
Dagli addetti del 118, a quelli del pronto soccorso, poi della radiologia e successivamente del reparto di Chirurgia Vascolare dove sono stato ricoverato e di Ortopedia, e poi ancora della sala réveil con gli anestesisti ed infine i fisioterapisti che si sono occupati della riabilitazione.

In particolare voglio ringraziare tutto il personale del reparto di Chirurgia Vascolare dove ho trascorso la degenza. Le infermiere e gli infermieri, le operatrici sanitarie hanno assistito me come assistono tutti i pazienti con una cura un’attenzione e una umanità impeccabili e difficili anche da raccontare. Ricordo alcune persone, ma senza per questo fare torto a tutti gli altri altrettanto meritevoli, come le infermiere Erlinda Mazzarino, Nicole Borre, Teresa Amore, Antonina Macaluso.

Un grazie particolare all’equipe medica di Ortopedia guidata dal dottor Mancini e in particolare al dottor Matteotti e tutto lo staff della sala operatoria che ha compiuto un intervento non semplice riuscito perfettamente.
Non posso dimenticare inoltre le operatrici della sala réveil in particolare l’infermiera Vittoria D’Herin per la meticolosa efficiente attenzione a tutti i processi che hanno preceduto e seguito l’intervento chirurgico.
Stesso ringraziamento alla dottoressa Renée Alliod che si è occupata con cura e attenzione maniacale del processo di anestesia.

In un momento così difficile per le strutture sanitarie che da oltre un anno stanno subendo una pressione mai sperimentata prima ho sentito il dovere di riconoscere i meriti alle persone che, nonostante lo stress, la fatica e i rischi affrontati sin qui, con dedizione e passione svolgono la loro missione in maniera ineccepibile. Credo che ringraziarle pubblicamente possa rappresentare un piccolo aiuto e un conforto per le tante fatiche che sono tutti chiamati a sopportare, speriamo ancora per poco tempo.
Inoltre, spero che queste righe possano contribuire ad alimentare nelle persone nella cittadinanza sentimenti positivi e tranquillizzanti verso la sanità valdostana che comunque continua ad offrire standard di qualità molto elevati. È opportuno ricordarsi sempre che questo livello di sanità pubblica non è scontato e che una buona parte del nostro Paese non è in grado di offrirlo. E’ necessario quindi che tutti noi facciamo al meglio la nostra parte nella comunità perché si possa continuare ad essere assistiti in questo modo anche in futuro.

Daniele Andrea Capitoni

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