SEV e Comune di Aosta: un’accoppiata da incubo

Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo di un commerciante di via Monte Vodice in merito alle nuove chiusure.
I lettori di Aostasera copertina
I lettori di Aostasera

Il 18 giugno veniva pubblicato su questa testata un articolo che, parlando del SEV (Services des Eaux Valdôtaines), diceva “l’obiettivo del passaggio da una gestione comunale frammentata ad un unico operatore regionale è semplice: garantire una maggiore efficienza, continuità e sostenibilità del servizio in tutta la Valle” e ancora “la gestione unificata permetterà una migliore pianificazione degli interventi, investimenti più strategici e una maggiore qualità del servizio, grazie a un presidio territoriale più solido e centralizzato”.

Il 19 giugno, sempre su questa testata, veniva pubblicato un altro articolo, che avvisava i cittadini di una nuova chiusura di Via Monte Vodice ad Aosta, dopo i due mesi di chiusura di quest’inverno, per lavori alla rete fognaria.

Ora vi starete chiedendo quale sia il nesso tra i due articoli. Molto semplice, il fantastico SEV, indispensabile per un servizio di alta qualità ed efficienza, pensate che abbia avvisato noi commercianti di Via Monte Vodice delle nuove chiusure? Che ci abbia detto se si tratta di lavori di due giorni o di due mesi? Che si sia confrontato con noi per capire come e quando effettuare i lavori creando il minor disagio possibile? Ovviamente no.

E il Comune di Aosta? La gestione dell’acquedotto è ormai in mano al SEV, ma il territorio è del Comune così come è il Comune che emette le ordinanze di chiusura. Anche da Piazza Chanoux, chiaramente, nessun avviso, ma ormai non mi stupisco, avendo io, purtroppo, una certa esperienza riguardo i danni e disagi che provoca ai commercianti il Comune di Aosta con i suoi fantastici dirigenti, salvo poi lamentarsi, quasi stupito, del fatto che le attività commerciali chiudono.

Se siete annoiati da questa lettera potete anche smettere di leggerla qui, perché ora inizierò a fare una breve cronistoria dei fatti e diventerà ancora più soporifera.

Come si sa, verso metà gennaio all’incrocio tra Via Monte Vodice e Via Monte Pasubio si apre una buca sulla strada dovuta ad una rottura della fognatura sottostante. Iniziano così i lavori di ripristino che durano quasi due mesi. Due mesi in cui è difficile per i clienti e i corrieri raggiungere le attività della zona, due mesi in cui il SEV non si rende disponibile al minimo confronto e neanche ci tiene al corrente dell’andamento dei lavori. Un giorno arrivo in negozio e trovo la strada chiusa al traffico alla rotonda di Via Saint-Martin-de-Corleans (come i giorni precedenti) ma anche completamente transennata all’incrocio tra Monte Vodice e Monte Pasubio, rendendo quasi impossibile l’accesso anche lasciando la macchina al parcheggio dell’Università e venendo a piedi. Un’altra volta arrivo e mi trovo l’entrata del negozio completamente transennata ed è rimasta così per 4-5 giorni per fare dei lavori al pozzetto antistante il negozio, lavori che poi hanno causato un allagamento del magazzino durante l’alluvione di aprile, ma ci arriveremo. Inutile dire che, durante tutti questi lavori, con un minimo di comunicazione da parte di SEV e Comune, noi commercianti avremmo potuto organizzarci in modo da limitare le perdite economiche.

Parlando di perdite economiche, il SEV ci ha invitati a riempire un modulo per la richiesta di risarcimento che sarebbe poi stato inoltrato alla loro assicurazione. Ad oggi, e di mesi ne sono passati, sto ancora aspettando la visita del perito. Da qualche mio vicino so che è passato ma so anche che per ora è tutto fermo, nessuno ha visto un euro. Trattandosi però, nel mio caso, di danni da mancato incasso per migliaia e migliaia di euro, ho provato a muovermi per vie legali, facendo mandare dall’Avvocato un invito a negoziazione assistita. Per chi non lo sapesse, è l’ultimo step possibile per trovare un accordo, prima di dover fare una causa civile. Neanche da dire, il SEV non ha aderito alla negoziazione, costringendomi a fare la causa. Altri costi, altro tempo. Sempre tutto a carico del cittadino, del commerciante, dell’imprenditore.

Come anticipato prima, nel mio caso, si è poi aggiunto un altro problema: durante l’evento alluvionale di aprile mi sono trovato il magazzino allagato, con danni per qualche migliaio di euro. Guarda a caso, un mese prima, il SEV aveva scavato proprio in corrispondenza di dove si sono verificate le infiltrazioni. Sopralluogo di Architetto del SEV e Ingegnere del Comune, decidono che sarà il Comune ad occuparsi del risarcimento. Passano le settimane, nessuno si fa vivo. Ci risiamo, altra richiesta di risarcimento inviata via PEC al Comune, anche in questo caso senza nessuna risposta. Non che possa io stupirmi, dato che negli ultimi anni l’Ufficio Tecnico del Comune mi ha creato problemi enormi emettendo provvedimenti, inventandosi procedimenti ecc., tutto poi annullato dal Consiglio di Stato, che mi ha dato piena ragione.

Ora io mi chiedo: vi sembra normale che queste pubbliche amministrazioni (alla fine il SEV agisce per conto del BIM, quindi è come se fosse una PA) possano permettersi di vessare i cittadini, e chi prova a fare impresa in particolare, e non debbano mai rispondere di nulla? Che possano permettersi di creare un danno e poi, anziché risarcirlo, preferiscano costringere il cittadino ad agire per vie legali, sommergendolo di costi e facendolo aspettare anni? Che non abbiano almeno il buon senso di avvisare le attività commerciali delle chiusure? Se so che non posso vendere almeno non compro dai fornitori. Ma soprattutto: ai piani alti di Comune e BIM, hanno idea dei disagi che creano? Se no, complimenti, se sì, complimenti vivissimi.

E adesso prepariamoci alla nuova chiusura della via, in pieno periodo turistico, avendolo scoperto leggendo Aostasera e senza sapere se starà chiusa 24 h o 7 settimane.

Grazie SEV, grazie Comune di Aosta.

Lorenzo Longo

Una risposta

  1. Caro Lorenzo Longo.
    Non ci conosciamo personalmente, ma io riconosco in te tutte quelle persone che, come me e tantissime altre, hanno lavorato una vita offrendo il meglio di se non solo per raggiungere traguardi lavorativi sacrosanti ma anche per costruire una coscienza sociale in grado di accogliere i bisogni di molti.
    La classe dirigente del nostro Paese non ha mai brillato per rettitudine nella sua interezza, ma oggi, come non mai, se guardo ai nostri amministratori, vedo pirati, belve, arrivisti, tutti intenti a perseguire i loro interessi personali o di partito.
    La lealtà verso un ideale, un mandato, una persona che ha riposto fiducia in loro è scomparsa.
    Hai noi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le norme sulla privacy e i termini di servizio di Google. e Termini di servizio fare domanda a.

Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte