Dopo una giornata di lavoro, durante la quale ho provato a spiegare la Parola di Dio ai miei fedeli, dopo che ho finito l’orario nel confessionale e aver letto i salmi come preghiera quotidiana di un sacerdote, ho preso il giornale nella mano sinistra (ovvio non lasciando dalla mano destra la Bibbia), come fanno la sera tutti i nostri cari abitanti di questa bella Valle, per capire cosa succede nel nostro fazzoletto di terra.
Ho viaggiato dalle pagine riempite con la quotidianità, dalle competizioni sportive alla cronaca dei decessi, dai fatti sociali alle diverse informazioni nel campo imprenditoriale, agli eventi, alla meteo fino alle vicende giudiziarie. Ma inevitabilmente la lettura quotidiana ti porta alla politica valdostana, e constato che stiamo passando ad una evidente anormalità del palco politico.
Vedendo così le cose ho deciso di segnalare e scrivere su questo disordine della politica delle ultime settimane.
In un angolo del paese, diciamo dove predomina la democrazia, o con altre parole in un paese normale (giocherò su questi due termini normale e anormale), oggi sembra che la politica invada lo spazio in maniera molto rumorosa e quasi violenta.
Essa è presente tutti i giorni sulle pagine dei giornali, sui diversi siti e sui canali televisivi (“Monsieur, in un paese normale queste questioni politiche non devono rubare tutti i minuti di questa nazione!”). Pensavamo che dopo le ultime elezioni, noi, i cittadini, potevamo stare tranquilli, mettendo la nostra attenzione alla famiglia, al lavoro, alla carriera, alle amicizie, al tempo libero e alla fede.
Ovvio senza essere sordi e senza tenere gli occhi chiusi sui personaggi che giocano sul palco politico. Sapendo che un vero (e normale) politico una volta eletto, e arrivato alla guida della comunità, si dedica e pensa lui al bene di tutti.
Di solito la grande politica si fa in modo elegante, efficace e discreto, senza troppi rumori. Però succede che arrivano questi momenti, quando l’uomo di potere invece di pensare alla sua gente, continua (purtroppo anche dopo le elezioni) a perpetuare una campagna elettorale anche fuori dal tempo elettorale. Si vede una continua mancanza di decisione politica, sana e fatta nei tempi (il domani mi fa e ci fa sempre arrabbiare, l’elettore ha diritto a gridare e a chiedere Monsieur ma quando?). Per non parlare di una serie di impegni (e promesse) durante la campagna elettorale mai messi in pratica.
Osservo che il politico preferisce la battaglia tra lui e l’avversario (o lo fa per creare una specie di teatro politico, comico o meno, dipende) invece di concentrarsi (anche a lungo se è il caso) sull’amministrazione. L’uomo incaricato politicamente è troppo presente sulla prima pagina dei giornali invece di stare (mi va bene anche sulla poltrona del palazzo regionale) a cercare delle soluzioni reali per il bene della Valle. E poi c’è anche tante tristezza, poiché assistiamo a volte a delle scene che sembrano di più il risultato degli interesse di gruppo, di partito (di movimento), una specie di affari sempre più oscuri, di alleanze tipiche dei clan, usando in continuazione dei metodi per essere in primo piano o meglio sempre più in alto (a volte senza un minimo di personalità politica reale e normale). Direi che gli uomini politici hanno dimenticato troppo presto che il loro compito è di essere prima servi, e poi fare i capi.
In conclusione spero che questo circo politico (scusate il termine) abbia prossimamente un finale (lo spero veramente felice). Cari e care politici se lasciamo prevalere l’amicizia strettamente politica, l’interesse del partito /movimento, gli interessi oscuri, questi non potranno portare a una buona fine. Solo la volontà, la capacità, la qualità e tanta dedizione, ma anche del sacrificio, porteranno verso un buon lavoro. Basta.
don Marian Benchea, Issime (AO)
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Sante parole, in tutti i sensi.