Valdostani: montanaro Sì, Montanari No

Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni di Giovanni Barocco, consigliere nazionale Uncem sui dati sullo sci in Valle d'Aosta.
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Consiglirei al Presidente dell’associazione impianti a fune Fournier, un po’ di prudenza, prima di trarre conclusioni affrettate sui dati, comunque interessanti ed in un certo verso preoccupanti, rilevati dall’associazione impianti a fune. Certe dichiarazioni, riportate da alcuni organi di stampa, sono un po’ “veloci” “ I valdostani sciano poco”. “E se non conoscono il territorio anche le scelte della Regione in termini di investimento non vengono capite”.

“La Valle d’Aosta è sicuramente una regione di montagna, ma i valdostani ho dei dubbi siano montanari”, e se posso permettermi poco efficaci per attrarre nuovi clienti, del cosiddetto mercato interno, per un’industria importante che crea lavoro e ricchezza per la Valle d’Aosta. Sopratutto non mi addentrerei in giudizi sulla conoscenza o meno dei suoi concittadini, delle politiche ed investimenti regionali, terreno alquanto periglioso, sarebbe sufficiente ricordare il risultato di certi referendum.

Per tornare sul punto Valdostani, Montanari si, Montanari Nó. Ritengo che i Valdostani siano dei montanari forse non secondo gli stereotipi di un tempo e siano orgogliosi di vivere in una terra bellissima, che però come il resto del mondo, vive anch’essa, ed ha vissuto in questi ultimi anni, fenomeni complessi, anche se forse attutiti, fenomeni come: una pandemia epocale, i cambiamenti climatici, la crisi economica e poi l’elenco si farebbe lungo. I valdostani, quindi, si sono dovuti confrontare con problemi un po’ più delicati del solo “vado o non vado a sciare”

I Valdostani conoscono il loro territorio, senz’altro la conoscenza è da migliorare , ma non la legherei al fatto che sciino poco quindi non conoscono la Valle.
Vorrei invece sottolineare e pensare al successo che hanno avuto e che hanno in questi anni, tra i Valdostani le gare estive di Sky running, attraverso le nostre montagne, anche in luoghi non così à la page. Oppure per uscire dall’ambito sportivo, sono interessanti i numeri dei giovani che si avvicinano alle professioni della montagna. Come poi dimenticare, i giovani che troviamo ancora nel settore agricolo, dalla viticoltura all’allevamento ed nel turismo.

Giovani che animano le nostre tradizioni come la Bataille des Reines, ma conducono aziende moderne e razionali. Oppure giovani dell’institut agricole e dell’école hôtelliere che si cimentano per esempio nella ricerca ed in concorsi internazionali, usando i prodotti del nostro territorio con ottimi risultati. Ancora giovani donne che ricoprono incarichi importanti nel mondo agricolo, insomma tutti giovani che si confrontano con il territorio e sopratutto cercano di capirlo. Interessante però e da meditare è infine, tra i vari dati enucleati dall’associazione impianti a fune, il dato dei giovani studenti che partecipano alla “giornata sugli sci”. Di questi il 54 % preferiscono l’attività dello sci nordico. Questo dato è forse la spia di due fattori: senz’altro uno è economico, infatti lo sci nordico è uno sport meno caro, il secondo, sempre lo sci nordico è uno sport che permette un approccio alla natura diverso e più vicino alle loro sensibilità.

Giovanni Barocco

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