“Noir al Bianco” a Courmayeur: quando il cinema si tinge di nero

La rassegna cinematografica del 30 novembre e 1° dicembre dedicata al noir è in arrivo. In questa puntata di “Incontri ravvicinati con AIACE”, Gianluca Gallizioli esplora la storia del genere e presenta i quattro film in proiezione.
Chinatown di Roman Polanski
Incontri ravvicinati con AIACE

Il noir non è solo un genere cinematografico, è una porta aperta su un mondo fatto di intrighi, segreti e tensioni che non lasciano scampo. Nato in un’America ferita dal dopoguerra, ha saputo trasformare il disincanto di un’epoca in storie avvincenti, dove nessuno è davvero innocente e il confine tra il giusto e lo sbagliato si fa sottile. In questa puntata di “Incontri ravvicinati con AIACE”, esploriamo le radici e l’evoluzione di un cinema che ancora oggi seduce per il suo magnetismo visivo e narrativo e vi presentiamo i film in proiezione.

Nato tra gli anni ’40 e ’50, il noir è figlio di un periodo di transizione e inquietudine: l’America del dopoguerra, segnata dal disincanto, trova nel cinema un riflesso delle sue paure e delle sue ombre. Il termine noir, coniato dai critici francesi, descrive un tipo di narrazione che si distingue dal classico giallo o poliziesco per il suo approccio emotivo e visivo. Se il giallo celebra l’ordine ristabilito attraverso l’investigazione razionale, il noir scava nei lati oscuri dell’anima, dove ogni equilibrio finisce per sgretolarsi.

Noir al bianco
Noir al bianco

A definire il noir contribuiscono alcuni archetipi ricorrenti, figure simboliche che incarnano le tensioni morali e psicologiche del genere. C’è il detective disilluso, solitario e integerrimo, ma anche vulnerabile, come Philip Marlowe, nato dalla penna di Raymond Chandler. Accanto a lui si staglia la femme fatale, magnetica e manipolatrice, capace di sedurre e distruggere in egual misura: personaggi come Phyllis Dietrichson in La fiamma del peccato, che rappresentano il desiderio e il pericolo. Poi, c’è l’uomo comune intrappolato che si ritrova, spesso suo malgrado, in una spirale di eventi fuori controllo. A incorniciare queste figure, un mondo corrotto, in cui il confine tra il bene e il male si dissolve in un gioco di ombre e ambiguità.

Raymond Chandler, autore simbolo del noir letterario, è il padre spirituale di questo universo. Nei suoi romanzi, l’investigatore privato Marlowe non è solo un eroe che cerca la verità, ma un uomo disilluso, intrappolato in una società corrotta dove nessuno è davvero innocente. Chandler, ispirandosi al pulp magazine e al realismo di Dashiell Hammett, ha trasformato la detective story in un genere letterario raffinato, fatto di dialoghi brillanti e una visione cinica del mondo. I suoi romanzi, adattati magistralmente al cinema, hanno posto le basi per capolavori come Il grande sonno di Howard Hawks e La fiamma del peccato di Billy Wilder.

Lo scrittore e sceneggiatore Raymond Chandler
Lo scrittore e sceneggiatore Raymond Chandler, creatore del detective Philip Marlowe

Col tempo, il noir si è evoluto, adattandosi ai cambiamenti culturali e sociali. Dai toni esistenzialisti di Fino all’ultimo respiro al neo-noir malinconico di Chinatown, fino alle rivisitazioni moderne dei fratelli Coen in Fargo, il genere ha saputo reinventarsi senza perdere la sua anima: il fascino per il lato oscuro dell’essere umano.

Per immergersi in questo universo di ombre e archetipi, AIACE VDA vi invita alla rassegna “Noir al Bianco”, che si terrà sabato 30 novembre e domenica 1° dicembre al cinema di Courmayeur. Il critico cinematografico Emanuele Rauco ci guiderà insieme a Sara Colombini in un viaggio alla scoperta di quattro pietre miliari del noir. Le sinossi dei film sono qui sotto: non mancate!

La fiamma del peccato di Billy Wilder (1944)

La fiamma del peccato di Billy Wilder
La fiamma del peccato di Billy Wilder

Un uomo comune, una donna irresistibile e un piano apparentemente perfetto che inizia a sgretolarsi fin dal primo istante. La fiamma del peccato è molto più di un semplice noir: è un intreccio avvincente di desiderio, inganno e colpa, raccontato con una maestria che ancora oggi lascia senza fiato. L’agente assicurativo Walter Neff, interpretato da Fred MacMurray, si lascia trascinare dalla magnetica Phyllis Dietrichson (Barbara Stanwyck) in una spirale di passione e omicidio. Ma il destino, e un investigatore inarrestabile, hanno altri piani. Billy Wilder dà vita a un racconto intriso di tensione, in cui ogni dialogo e ogni inquadratura sembrano anticipare il disastro imminente.

L’infernale Quinlan di Orson Welles (1958)

L’infernale Quinlan di Orson Welles
L’infernale Quinlan di Orson Welles

Orson Welles, nella doppia veste di regista e protagonista, ci regala un noir che sfida ogni convenzione, spingendosi oltre i limiti del genere per esplorare la fragilità del potere e la natura ambigua della giustizia. Hank Quinlan, interpretato da Welles con un’intensità magnetica, è un detective alcolizzato e corrotto, un uomo che ha sacrificato ogni principio per raggiungere i suoi scopi. Le sue indagini sono macchiate dall’ossessione di incastrare i colpevoli, anche a costo di manipolare le prove e deviare dalla verità. Quando la sua strada si incrocia con quella di un investigatore messicano, interpretato da Charlton Heston, si scatena un conflitto che metterà a nudo la profonda decadenza morale di Quinlan.

Ciò che rende il film un capolavoro intramontabile non è solo la storia, ma la visione unica di Welles. La regia è una lezione di cinema: la celebre scena iniziale, un piano sequenza mozzafiato di tre minuti e mezzo, cattura lo spettatore e non lo lascia più andare. Ogni inquadratura è pensata per amplificare la tensione, con prospettive distorte e giochi di luce che trasformano la città in un labirinto senza via d’uscita.

Chinatown di Roman Polanski (1974)

Chinatown di Roman Polanski
Chinatown di Roman Polanski

Intrighi, corruzione e segreti familiari si intrecciano in Chinatown, uno dei noir più intensi e raffinati mai realizzati. Jake Gittes, detective privato con il volto magnetico di Jack Nicholson, accetta un caso di infedeltà che si trasforma rapidamente in un labirinto di omicidi e manipolazioni legate al controllo delle risorse idriche di Los Angeles. Evelyn Mulwray, interpretata da una straordinaria Faye Dunaway, è il cuore enigmatico di questa storia, una figura fragile e complessa intrappolata tra passato e presente.

La regia di Polanski è impeccabile: ogni inquadratura, ogni ombra racconta più delle parole. Il finale, crudo e spiazzante, è una perfetta sintesi del disincanto che permea l’intera opera, rendendola un punto di riferimento assoluto nel cinema moderno.

Fargo di Joel Coen (1996)

Fargo di Joel Coen
Fargo di Joel Coen

Tra humor nero, tragedia e un paesaggio innevato che sembra amplificare il senso di isolamento, Fargo è uno dei film più rappresentativi dei fratelli Coen. La trama ruota attorno a Jerry Lundegaard, un venditore d’auto in difficoltà finanziarie che orchestra il rapimento della moglie per estorcere denaro al ricco suocero. Il piano, però, si complica rapidamente, trasformandosi in una catena di violenze e conseguenze imprevedibili.

Al centro della narrazione c’è Marge Gunderson, una poliziotta incinta interpretata con straordinaria umanità da Frances McDormand, il cui equilibrio e pragmatismo si contrappongono alla follia che la circonda. Attraverso personaggi memorabili e dialoghi taglienti, i Coen costruiscono una storia che esplora le ambiguità morali e la banalità del male, intrecciando momenti di crudo realismo con un’ironia surreale.

Tutte le informazioni sulla rassegna sono disponibili al link seguente: https://www.aiacevda.it/noir-al-bianco/

di Gianluca Gallizioli 

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