Le distanze si annullano ma poi mi logorano, mi corrodono e mi contaminano come la peggiore cavia da laboratorio. Chiaroscuri dell’anima che mi trafiggono come coltelli affilati, lancinanti dolori che mi fanno apparire mostro di fronte all’amata, lampi e tuoni che consumano le lacrime come neve schiacciata dal sole.
Distorsioni cognitive che si realizzano con pensieri catastrofici e ragionamenti fin troppo emotivi, esagerazioni e astrazioni selettive, inferenze arbitrarie, pretese, mancanza di autocontrollo e negatività. Nel silenzio di questa casa vuota ascolto il mio di silenzio, lo sento urlare, strappare le pagine di un libro che si stava scrivendo da solo, un libro bellissimo che ora sta bruciando, l’odore della carta si mischia a quello dell’inchiostro fresco, ne rimane un po’ sulle dita e il resto scivola via.
A 38 anni singhiozzare come un bambino di sei, rigirarsi di notte dentro lenzuola consumate d’amore, odiare il sole perché nasconde la luna, perché l’indifferenza del buio è paragonabile solo a quella dei governi, perché è nel buio che si abbandonano gli sbagli più grandi e ci si fa cullare da scenografie fantastiche, artifici divini e dimensioni stupefacenti, i demoni quelli no, si palesano al risveglio, ti prendono per mano e ti divorano fino al prossimo sonno, inguaribili romantici.
Per loro sono carne da macello, un cadavere insensibile, un equilibrio che forse non ho mai cercato, la canzone che mi sta leggendo il futuro, ma anche il passato e il presente, le direzioni diverse che invece di dissuadermi mi affascinano con la loro tragica fine, quella inevitabile, ineluttabile, quella fine che tanti odiano, e che io, spesso, amo.
Un amore platonico, curioso, un amore che prima o poi si consumerà, all’improvviso buio e luce andranno mano nella mano su grandi viali alberati, con le montagne da una parte e gli oceani dall’altra, gli opposti che mi attraggono, la pioggia consumerà le lacrime e il coraggio sarà sostituito dalla contemplazione, il caos sarà il nuovo ordine e finalmente sarò parte del tutto, cullato dalla polvere di stelle, senza schermi intorno vedrò il mondo così com’è, lontano, da lontano.
Continuerò ad amare perchè continuerò ad essere irrazionale, folle, incoerente, incompleto. Amo gli errori perchè non imparo mai, e allora cosa aspetto a farne un altro?
Prima però vorrei farmi un bagno con le orche, nell’oceano del nord.