Che cosa vi manca?
Che cosa vi manca ancora? Io non lo so, ma questo mondo di vedere le cose mi fa abbastanza cagare, ogni giorno di più, e come dice un mio amico: facciamo i salti mortali e poi sono le cose semplici che funzionano.
Lettera a me stesso
Continuerò ad amare perché continuerò ad essere irrazionale, folle, incoerente, incompleto. Amo gli errori perché non imparo mai, e allora cosa aspetto a farne un altro?
Che cosa rimane?
Un omicidio in diretta non ci fa agire, piuttosto lo filmiamo e fotografiamo. L’azione comporta una messa in gioco che non siamo più in grado di sopportare: in qualche modo lo schermo del telefono è diventato una sorta di scudo, un risveglio durante un incubo che ci salva e protegge. La tecnica ha sostituito l’umanità, un’umanità stanca che si stupisce solo se la vittima è occidentale.
L’estetica delle bugie
Essere testimone di una valanga è stato terribile: la decelerazione dell’umore repentina, la voce silenziosa della montagna che andava in frantumi, qualcosa di incontrollabile che stava accadendo proprio sotto ai nostri occhi, qualcosa che ormai non avremmo più potuto evitare. Stava succedendo, e noi eravamo lì, nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Memoria senza titolo
Credo nella memoria cerebrale perchè nell’epoca delle “memorie digitali”, così effimere come lo sforzo che facciamo per riempirle, ci fa soffermare sulla mancanza anzichè sull’abbondanza, e credo che abbiamo bisogno di mancanze per poterci rendere conto di quello che abbiamo, per farlo risplendere, per esaltarlo.
Il divano Leviatano
Odio questi divani quasi quanto odio la speranza.
La prima estate dell’incontro
La prima estate dell’incontro, dopo mesi di letargo, dopo musiche dello stereo, ho ascoltato le chitarre fischiare e le casse ribollire, era il mio corpo che ne aveva bisogno, il mio spirito che si schiantava e urlava, l’abbandono più rivendicato che abbia mai provato.
La montagna è vita, certo
La montagna è vita, certo. E la vita merita rispetto, la vita di tutti però, non solo di quelli che la montagna la possono frequentare in prima fila, con l’abbonamento. Gli slogan sono facili da indossare, rendersi conto del concreto lo è un pò meno.
Riassunto dell’assenza
Com’è vero che uno champagne patisce la sconfitta, quando la forbice delle possibilità si stringe non resta altro che procurarsi un coltello e sfidare il consenso.
Conservazione del disastro
Mi sono illuso, illuso che questa pausa forzata potesse caricarsi di pensieri costruttivi rispetto al domani, che potesse portare un pò di sano socialismo e mutualità, e invece siamo all’esame di maturità senza nemmeno il dizionario di italiano.
L’importanza dei fiori di montagna
Mi chiedo cosa ci abbiano insegnato questi giorni di pausa forzata, se veramente sono stati colti come fiori di montagna o se non vediamo l’ora di strapparli per farci belli davanti alla ragazza dei nostri sogni.
Lettera aperta ai disperati
Abbiamo, o avremo, una coscienza più ricca dopo questa pausa, cerchiamo di investirla nel migliore dei modi, ce lo dobbiamo ma soprattutto glielo dobbiamo.
L’importanza del viaggio. E del profumo
Avevamo scelta e ce ne siamo accorti da un giorno all’altro, come tutte le cose belle ci manca quando è assente, ci manca perché era normale andare al bar sgomitando al bancone e guardarsi intorno cercando occhi amici o una donna con bellissime gambe pronte a stringerti qualche ora dopo.
Non mi conviene guardare in alto (2 di 2)
Che peccato, che gran peccato gettare tutte le aspettative in preda alla felicità.
Prima della notte (1 di 2)
La musica, la Porsche d’epoca e le magliette bianche dentro ai jeans. Le frasi che non ti aspetti. La luce alla fine del giorno e la gonna sotto al ginocchio. I capelli biondi e mossi.
Un breve esame di coscienza a tre anni di distanza
No, le cose non le cambio, i vuoti non li colmo e i demoni non li sconfiggo.