Furbetti delle case popolari, l’Arer pronta a chiedere l’aiuto della Guardia di finanza

Ma per farlo sollecita la Regione a definire al più presto chi sono i “morosi incolpevoli”. L'Assessore Baccega annuncia la presentazione nel mese di settembre di una nuova legge. 1,8 mln a fine 2014 gli importi dei crediti per canoni e per servizi.
complesso Arer
Economia

Stanare i furbetti delle case popolari. E’ quanto si propone di fare l’Arer, l’azienda regionale per l’edilizia residenziale della Valle d’Aosta anche attraverso la collaborazione con la Guardia di finanza. Ma per farlo sollecita la Regione a definire al più presto chi sono i “morosi incolpevoli”.

La legge regionale 3 del 2013 introduce per la prima volta la nozione di "moroso incolpevole" senza però definirne i requisiti. “Dopo due anni la Regione deve ora procedere in modo tale che l’Arer possa finalmente svolgere un’indagine sul proprio inquilinato, individuando gli utenti che hanno il diritto di mantenere il beneficio dell’alloggio e dall’altro porre in essere le procedure finalizzate alla risoluzione del contratto” spiega Patrizia Diémoz, Presidente Arer.

“Noi non siamo un ente assistenziale ma economico” prosegue la Presidente “Abbiamo sollecitato già più volte l’Assessorato che ci ha sempre risposto che sono al lavoro per arrivare a definire la morosità incolpevole”.

A rispondere alla Presidente Arer è l’Assessore regionale alla Casa Mauro Baccega che annuncia la presentazione di un disegno di legge. “La legge quadro che va a modificare la legge 3 sarà pronta per settembre, successivamente andremo con una delibera di giunta a specificare chi è il moroso incolpevole. Ad oggi comunque il nuovo Isee ci dà già una mano perché raccoglie tutti i redditi che il nucleo familiare ha, offrendoci così un quadro più preciso”.

Anche quest’anno il problema della morosità conquista un posto d’onore nella relazione al bilancio 2014 dell’Arer. A fine 2014 gli importi dei crediti per canoni e per servizi ammontano a 1 milione e 837mila euro.

“Abbiamo tutti la percezione che c’è qualcosa che non funziona e le segnalazioni non mancano, noi però non possiamo fare altro che girarle a chi di dovere, anche perché le verifiche non competono a noi. E’ giusto che le case vadano a chi ne ha veramente bisogno". conclude Diémoz.

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